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Crowhead nascono dalle ceneri dei norvegesi Shadow Dancer e sono al
loro debutto discografico.
Con un simile background il duo composto da Jo Inge Slangsvold e Oivind
Trinborg non fatica a trovare le basi su cui costruire il sound per
qesto nuovo progetto. Infatti, il primo brano "My Angel"
è un mix riuscito di goth metal e sonorità dark wave
in pieno stile eighties, riscontrabili nel cantato malinconico e nei
ritmi martellanti. "Mad Man" è meno metallica e molto
più gothic, con un ritornello che si stampa subito in mente
e dei bei giri di basso. "Eternity" segue le orme del primo
brano e possiede una carica di epica e suggestiva malinconia. Per
certi versi mi ricordano gli Evereve, dei quali hanno la stessa forza
espressiva, anche se forse non sono altrettanto esplosivi. Con "Fire
Eye" si cambia registro e vengono inseriti elementi death, il
brano è efficace anche se il salto è un tantino ardito.
"Frozen" cambia ancora le carte in tavola e propone un intro
di ritmi elettronici, ma poi si torna su terreni più classici
con grandi chitarre e cadenze quasi doom. La strada però è
stata intrapresa ed ecco arrivare la versione industriale di "My
Angel" ad opera di Sebastian Komor degli Icon Of Coil. In "The
Soul is in the Dark Side", divisa in due parti con diversi mixaggi,
provano a fare da soli, la techno diventa meno efficace, ma si mantiene
ad un livello dignitoso.
Un disco che ha il difetto di essere discontinuo, ma che ha il pregio
di non essere mai ripetitivo. GB
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