Rock Impressions

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Crowned in Earth - A Vortex of Earthly Chimes
CROWNED IN EARTH - A Vortex of Earthly Chimes
Black Widow
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Dark Prog
Support: CD - 2012


Mi sono perso il debutto del 2010 di questo progetto capitanato da Kevin Lawry (voce, chitarra, basso e tastiere), che è coadiuvato dal batterista Darin McCloskey e da Brian Anthony al mellotron, e dopo il primo ascolto del presente sequel mi vien voglia di recuperare anche il capitolo precedente. La band propone un dark prog di grande suggestione, non ci sono molte band in questo campo, ma quelle che conosciamo sono quasi sempre notevoli, tra i nomi più recenti penso agli Orne e al debutto dei Northwinds, per il passato penso possano bastare Atomic Rooster e Van Der Graaf Generator.

A Vortex of Earthly Chimes è costruito su cinque lunghi brani molto epici, dove le note plumbee ai limiti del doom si mescolano a partiture complesse ed affascinanti, un mix fra primi Black Sabbath e i Camel. Le chitarre sature fanno da contraltare a partiture complesse e coinvolgenti, il senso drammatico generale poi è amplificato dal mellotron, che regala momenti di pura estasi musicale. “Ride the Storm” poi lungo i suoi dodici minuti ha dei momenti di vera magia, come verso il finale, dove entra una linea melodica carica di nostalgia e di visioni celtiche. Molto sabbathiano l’incipit di “Watch the Waves”, ma c’è molto di più e il turbine sonoro che scaturisce è da colpo al cuore per tutti gli amanti delle sonorità plumbee, il brano più dark del lotto. Leggermente più metallico risulta “World Spins Out of Key”, che è il più conciso del disco, limitandosi a poco meno di sei minuti, ma concentra nel tempo a disposizione una sufficiente quantità di idee per soddisfare comunque la nostra fame. Ancora meglio è “Winter Slumber”, dominata da un bel giro ipnotico, molto coinvolgente. A sorpresa l’avvio dell’ultima traccia “Given Time” suona un po’ di già sentito e l’impatto non è quello sperato, però dopo circa di un minuto e mezzo il pezzo prende personalità e l’errore iniziale si stempera in atmosfere ancora una volta suggestive.

Il dark rock è un genere per veri cultori e non sarà mai una musica di massa, ma quelli che si lasciano affascinare da queste sonorità sanno godere la musica fino in fondo, perché le tonalità dark ti entrano nell’anima. A tutti questi dico che il presente disco è assolutamente da avere, non resterete delusi. GB

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