INTERVISTA
AI DAEMONIA con
Claudio Simonetti
di
Giancarlo Bolther
Parliamo subito del
tuo nuovo progetto: i Daemonia, avete inciso il tributo a Dario Argento
e subito dopo il live con la stessa scaletta del disco in studio,
perché?
Si, giustamente uno dice "Perché avete fatto lo stesso
disco?". In realtà durante lo scorso anno abbiamo fatto
una serie di concerti e in particolare ne abbiamo fatto uno in provincia
di Siena con un'orchestra sinfonica che è stato registrato.
Era talmente bello ed era venuto così bene che mi è
sembrato giusto ed importante pubblicare un disco dal vivo.
Ci tengo molto a dare al gruppo una dimensione vera, non volevo che
sembrasse un ennesimo prodotto di studio fine a se stesso o dedito
solo a colonne sonore e basta. Il disco ha un buon sound e mi piace
molto, forse è uno dei più belli che ho fatto, perché
è un prodotto genuino, vero, siamo noi al cento per cento che
suoniamo!
Un’altra ragione per cui l’abbiamo realizzato è
che ho sempre fatto molti concerti e, pian piano, ho trovato i musicisti
giusti, alla fine avevamo talmente stravolto i pezzi a forza di risuonarli,
eravamo talmente affiatati che mi sono detto: "Perché
non dobbiamo fare un disco che finalmente possa varcare le frontiere".
Sia coi Goblin che da solista ho girato tutto il mondo e desideravo
mettere in piedi un nuovo progetto musicale esportabile.
I pezzi sono belli ed era un peccato non rifarli e poi con una grande
orchestra non erano mai stati fatti per cui è nato il progetto
"Dario Argento Tributo". Siamo un gruppo vero a tutti gli
effetti e continueremo nel tempo anche senza dover fare per forza
colonne sonore, infatti, il prossimo disco che faremo sarà
tutto di pezzi inediti.
Un'ottima
notizia, avete già composto del materiale?
No è ancora un progetto in alto mare. Attualmente ho due progetti
in cantiere: un nuovo album coi Daemonia e un mio nuovo disco solista
che si chiamerà Simonetti Horror Project 3, anche questo conterrà
tutti brani inediti.
In effetti,
mi ero preparato una domanda un po' "cattiva": guardando
la tua discografia ho notato che hai proposto vari progetti, una decina
circa, dove hai riproposto un ventaglio di brani che, più o
meno, erano sempre gli stessi...
Si,
è vero, ne sono usciti molti, ma sono tutte raccolte, non sono
album nuovi e se li ascolti sono tutti uguali. Il fatto è che
varie case discografiche hanno in catalogo i miei pezzi e periodicamente
pubblicano una nuova compilation. Le uniche volte che ho veramente
riproposto da capo, rifacendoli e risuonandoli, i miei pezzi sono
stati il primo Simonetti Horror Project e X-Terror Files. Un'altra
ragione per cui ho fatto questo disco è che il primo album
è stato fatto con una major e questo ha rappresentato un grosso
handicap, un'arma a doppio taglio. Se una major crede in te ti può
fare arrivare dove non avresti mai potuto con le tue sole forze, ma
appena non gli interessi più ti scaricano e non c'è
più catalogo, per cui non trovi più le cose vecchie
di un gruppo. Invece, questo live è uscito per la mia etichetta
e si potrà trovare sempre!
Come vivi l'esperienza di suonare con dei giovani rispetto
alle tue esperienze precedenti?
Sto rivivendo quello che ho vissuto all'epoca con i Goblin.
L'entusiasmo che avevamo quando suonavamo in cantina si è un
po' perso nel tempo e oggi ritornare a fare queste cose mi da una
grande forza. In verità questa è un'attitudine che non
ho mai perso, forse, purtroppo, i miei amici Goblin invece l'hanno
persa, perché molte volte ho proposto loro di rimetterci insieme
e di fare concerti poi alla fine, chi per impegni, chi per pigrizia,
non si è mai concretizzato nulla, un vero peccato. Anche l'ultima
reunion che abbiamo fatto per realizzare "Non Ho Sonno"
è stato un episodio a se, che è finito li.
Ma la reunion
è stata più voluta da te o da Dario Argento?
Incontrai
Dario due anni fa e mi parlò di questo film. Ci era venuto
in mente insieme di riunire i Goblin per l'occasione, perché
ci sembrava un connubio vincente: Goblin e Dario Argento, infatti
devo dire che ne uscì davvero un bel lavoro. Però la
possibilità di riunire i Goblin per un progetto continuativo,
riprendere a suonare dal vivo etc., è troppo impegnativo e
non lo vedo possibile.
Segui la scena underground italiana, conosci qualche gruppo?
Qualcosa si, anche grazie ai ragazzi che suonano con me, perché
Titta, il batterista, è anche un cantante molto bravo, suona
coi DGM e io ho fatto i missaggi dell'album che sta vendendo abbastanza
bene in Giappone. Poi conosco i gruppi dove suonavano come i Glory
Hunter. Conosco i Domine che sono pure molto bravi.
E i gruppi come i Death SS?
Si certo li conosco, ma devo dire una cosa: ci sono senza
dubbio dei gruppi molto validi, tutti quelli che abbiamo citato lo
sono, ma il loro problema è che ricalcano le orme di gruppi
famosi che già esistono, non hanno molto di loro da dire e
per me è molto importante avere qualcosa di personale da dire.
Anche coi Goblin suonavamo in un'epoca con molti gruppi dai quali
all'inizio abbiamo anche attinto, ma poi abbiamo trovato una nostra
dimensione e una nostra personalità, tanto che poi siamo anche
stati imitati all'estero da gruppi molto famosi. Nell'underground
italiano c'è una folta schiera di musicisti bravissimi, ma
che non hanno molto da dire, sono fotocopie di quello che già
esiste all'estero, parlo però solo di quelli che conosco io,
senza escludere che possano esserci anche gruppi più personali.
La tua carriera è costellata da collaborazioni molto
importanti, hai lavorato molto in televisione, perché hai sentito
il desiderio di rimetterti in discussione con questo progetto lontano
dal mondo patinato della televisione?
Mi sono fatto un nome legato all'horror, ma mi è sempre
piaciuto spaziare e così ho fatto anche spettacoli televisivi
con Magalli e Pippo Baudo e ho fatto delle belle esperienze. Sono
stato anche in Giappone a dirigere un'orchestra al Tokyo Music Festival
con Raffaella Carrà nell'81.
In definitiva, però, il mondo della televisione, come anche
quello della direzione d'orchestra, non mi piace, perché non
c'è niente da dire. Guarda Demo Morselli, è un bravissimo
musicista, ma non fa niente di creativo, perché continua a
rifare sempre le stesse cose o fa cose che già esistono adattandole
alla televisione, diventa più un lavoro tecnico con poca creatività.
Pertanto preferisco lavorare col cinema, quest'anno escono due film
a cui ho collaborato, due commedie italiane: una si chiama "Apri
gli occhi e sogna" di Rosario Errico che è regista e attore
protagonista e l'altra si chiama "Se lo fai sono guai" di
Michele Massimo Tarantini, che è conosciuto per aver fatto
negli anni settanta tutta una serie di films con la Fenech, un genere
considerato trash e goliardico e che Tarantini vuole rilanciare adattato
ai nostri tempi. E’ un film molto divertente e carino, ho accettato
di collaborare perché mi sono divertito da morire, tra l’altro
è più difficile fare questi films di quelli dell'horror.
Ho rivisto così Alvaro Vitali, Gianfranco D'Angelo e altri,
tutti grandi professionisti, le battute sono buone e non mancherà
di piacere agli appassionati di quel tipo di cinema.
Infine, ho sempre avuto nostalgia per il rock, mi piace fare concerti
e suonare anche in condizioni disagiate come è tipico in Italia
dove non ci sono grosse strutture e non ci sono locali ad hoc, ma
mi piace vivere la dimensione del gruppo semi underground, perché
essendo io conosciuto non siamo del tutto underground, però
mi piace il tipo d'atmosfera e mi fa rivivere i tempi in cui era così
davvero, in fondo non è cambiato niente.
Coi Goblin cosa
vi ha spinto a suonare musica collegata a tematiche horror avete avuto
esperienze di tipo esoterico alle spalle, vi interessavano tematiche
oscure?
No assolutamente,
noi suonavamo già quella musica che altri hanno abbinato ai
film dell'orrore, non è stata una scelta nostra, se ci fosse
capitato un film western sarebbe stato lo stesso. Non c'è mai
stato da parte nostra un interesse per quelle tematiche. Io ho sempre
apprezzato i film dell'orrore fin da piccolo, ma nella vita assolutamente
no, non mi interessa proprio, al massimo mi interesso un po' di oroscopi
e di segni zodiacali, ma di esoterismo proprio no. Vedi a me non piacciono
le speculazioni, potrei raccontare a un giornalista che a casa sono
circondato da candele, ma sarebbero tutte balle. Sono sicuro che se
vai a casa del cantante dei Black Sabbath lo trovi a fare il barbecue
con la figlia! Pensa che una volta Gianni Morandi, giocando a calcio
con la Nazionale Cantanti, mi ha raccontato di aver fatto una partita
contro i metallari inglesi e diceva che vedeva arrivare gli Iron Maiden
e gli altri gruppi con le famiglie dietro, coi bambinetti tutti carini.
Uno, invece, si aspettava di vedere questi tutti coperti di borchie
con sguardi da assassini e invece si trovava davanti le persone più
normali di questo mondo. Magari anche Marilyn Manson alla mattina
si veste con la cravatta!
Quello però è un tipo un po' più inquietante...
No quello è matto proprio! Il guaio è che gli
americani ci credono davvero quando fanno le cose, ma questo non mi
piace. Vedi anche quando facevo musica dance mica mi travestivo col
baschetto e gli stivaloni, sono sempre rimasto uguale. La musica e
l'arte esulano da quello che sei nella vita, molti grandi artisti
hanno fatto cosi. Prendi Morricone, che è un grande artista,
se lo vedi sembra un prete, è poco disponibile per le interviste,
eppure dalla sua musica sembra un tipo molto solare. Quello che uno
è nella vita molto spesso non c'entra niente con quello che
fa nell'arte.
Cosa ha significato
per te l'incontro con Dario, che tipo di persona è? Hai qualche
aneddoto su di lui?
Dario
è una persona un po' strana, è molto particolare, nella
vita è un po' come lo vedi al di fuori, è molto genuino
e trasmette quello che è realmente. L'incontro con lui è
stato abbastanza determinante nella mia vita, sicuramente mi ha dato
una grande possibilità: grazie a lui ho potuto esprimere quello
che mi piaceva fare riscuotendo un discreto successo ed è stata
una bellissima esperienza. Speriamo che la nostra amicizia continui
nel tempo.
Per rispondere alla seconda domanda mi ricordo che gli ho fatto qualche
scherzo in studio, perché lui è un tipo abbastanza ingenuo,
è una persona così limpida che se gli fai uno scherzo
ci casca. Durante le lavorazioni di Phenomena lo chiamai e gli dissi
"C'è una scena dove non riesco a capire che musica vuoi?"
e gli misi su un film porno. Lui se l'è guardato e, dopo un
po', si gira serissimo e mi dice: "Ma guarda che questo non è
il mio film!" e io gli replico: "Come non è il tuo
film?" e lui replica: "Ma che ti hanno dato???" Comunque
mi sa che gli era piaciuto!
Secondo te che prospettive ci sono per il rock in Italia?
Drammatiche, come sono sempre state, perché il rock
in Italia non c'è mai stato. Anche se per assurdità
il cantante numero uno in Italia e Vasco Rossi che è un cantante
rock, però il rock vero e proprio non esiste. L'italiano non
è un rockettaro e non lo sarà mai, l'italiano è
un melodico, napoletano e mangiapizze, anche se si nasconde dietro
mille maschere, alla sera torna a casa e mangia gli spaghetti come
Alberto Sordi e questo è un grosso limite per la musica rock.
Infatti, non è che i gruppi rock abbiano retto nel tempo, chi
c'è? Sono sempre al limite della canzonetta e non lo chiamerei
rock. Per me rock sono i Deep Purple, i Dream Theater, per citare
un gruppo attuale. I gruppi rock italiani ci sono: i DGM, i Domine,
però non hanno un grosso sbocco, primo perché non cantano
in italiano e secondo perché il rock in Italia non è
visto molto bene. E' un peccato perché, invece, di talenti
ne abbiamo tanti. Anche negli anni settanta ce n'erano migliaia, ma
chi è rimasto? Nessuno, il Banco? E poi è un rock progressive,
non è vero Hard Rock. L'altra sera sono andato a vedere un
concerto del Balletto di Bronzo, Gianni Leone è un bravissimo
tastierista e canta divinamente, lui è uno che continua a fare
rock progressive italiano con sonorità nuove. Però è
gente che non ha sbocco, perché non gli daranno mai spazio.
GB
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