Impossibile non conoscere Claudio Simonetti, noi stessi ne abbiamo
parlato varie volte e non vorrei ripetermi con noiose e scontate presentazioni.
Da quando Claudio ha messo in piedi i Daemonia si diverte come non
mai a portare in giro per il mondo le sue fantasmagoriche musiche,
con l’aggiunta di brani selezionati di altri artisti, ma che
si innestano bene nel suo repertorio. Questo disco nasce dalla voglia
di riesplorare i suoi classici con la nuova formazione, un gruppo
di musicisti molto bravi, che sanno dare nuovo vigore alle visioni
musicali di Simonetti.
Come dice il titolo dell’album, si tratta delle musiche del
classico dell’horror Dawn of the Dead, che in Italia è
stato malamente tradotto con Zombi, secondo episodio della serie dedicata
ai morti viventi diretta da George Romero. Questo secondo è
stato prodotto da Dario Argento, che volle appunto i Goblin a realizzare
la colonna sonora. Il primo brano è veramente spettrale, “L’Alba
dei Morti Viventi” è da brividi, la resa dei Daemonia
è superlativa, si sente che è una band affiatata e compatta,
un vero capolavoro gotico. La jazzata “Zombi” è
una maratona strumentale molto coinvolgente, ancora una volta piace
la coesione della band. Notevole anche la parte ritmica di “At
the Safari”, mentre assolutamente bizzarro è l’honky
tonky di “Torte in Faccia”, ovvero quando l’horror
riesce a prendersi in giro. Ma ecco che arriva il metal sulfureo di
“Zaratozom” e ancora una volta ci si diverte con la resa
della nuova versione. Altra piece monumentale è “La Caccia”,
dove l’anima prog della band emerge in tutto il suo splendore.
Senza voler citare ogni brano si arriva alla conturbante “Zombi
Sexy”, che precede la settantiana e conclusiva “Supermarket”,
sempre col gruppo in gran spolvero.
In chiusura troviamo tre bonus tracks, “Roller” un momento
davvero molto ispirato, in questa veste più metallica diventa
ancora più epica e teatrale. La “Toccata e Fuga”
di Bach ci dimostra che Simonetti non è certo qui per caso.
Si termina con “Il Cartaio” a dimostrare che la capacità
di comporre al nostro non manca, forse non sarà più
prolifico come una volta, ma ci regala ancora grandi emozioni.
A qualche osservatore potrebbe sembrare che da diverso tempo Simonetti
sia imprigionato nel suo ruolo di compositore ufficiale di Dario Argento
e che coi suoi vari progetti non faccia altro che riproporre continuamente
le musiche delle colonne sonore che lo hanno reso celebre, una critica
che ha una sua fondatezza, ma è vero anche che è musica
che riesce sempre ad emozionarci e le nuove vesti sonore non fanno
altro che rinnovare il mito di questo artista che, meglio di chiunque
altro, ha saputo comporre musica teatrale e orrorifica di grande impatto.
GB
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