Rock Impressions

Daemonia - Dawn of the Dead / Zombi DAEMONIA - Live... or Dead
Deep Red / Black Widow
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Dark Prog
Support: CD - 2013


Impossibile non conoscere Claudio Simonetti, noi stessi ne abbiamo parlato varie volte e non vorrei ripetermi con noiose e scontate presentazioni. Da quando Claudio ha messo in piedi i Daemonia si diverte come non mai a portare in giro per il mondo le sue fantasmagoriche musiche, con l’aggiunta di brani selezionati di altri artisti, ma che si innestano bene nel suo repertorio. Questo disco nasce dalla voglia di riesplorare i suoi classici con la nuova formazione, un gruppo di musicisti molto bravi, che sanno dare nuovo vigore alle visioni musicali di Simonetti.

Come dice il titolo dell’album, si tratta delle musiche del classico dell’horror Dawn of the Dead, che in Italia è stato malamente tradotto con Zombi, secondo episodio della serie dedicata ai morti viventi diretta da George Romero. Questo secondo è stato prodotto da Dario Argento, che volle appunto i Goblin a realizzare la colonna sonora. Il primo brano è veramente spettrale, “L’Alba dei Morti Viventi” è da brividi, la resa dei Daemonia è superlativa, si sente che è una band affiatata e compatta, un vero capolavoro gotico. La jazzata “Zombi” è una maratona strumentale molto coinvolgente, ancora una volta piace la coesione della band. Notevole anche la parte ritmica di “At the Safari”, mentre assolutamente bizzarro è l’honky tonky di “Torte in Faccia”, ovvero quando l’horror riesce a prendersi in giro. Ma ecco che arriva il metal sulfureo di “Zaratozom” e ancora una volta ci si diverte con la resa della nuova versione. Altra piece monumentale è “La Caccia”, dove l’anima prog della band emerge in tutto il suo splendore. Senza voler citare ogni brano si arriva alla conturbante “Zombi Sexy”, che precede la settantiana e conclusiva “Supermarket”, sempre col gruppo in gran spolvero.

In chiusura troviamo tre bonus tracks, “Roller” un momento davvero molto ispirato, in questa veste più metallica diventa ancora più epica e teatrale. La “Toccata e Fuga” di Bach ci dimostra che Simonetti non è certo qui per caso. Si termina con “Il Cartaio” a dimostrare che la capacità di comporre al nostro non manca, forse non sarà più prolifico come una volta, ma ci regala ancora grandi emozioni.

A qualche osservatore potrebbe sembrare che da diverso tempo Simonetti sia imprigionato nel suo ruolo di compositore ufficiale di Dario Argento e che coi suoi vari progetti non faccia altro che riproporre continuamente le musiche delle colonne sonore che lo hanno reso celebre, una critica che ha una sua fondatezza, ma è vero anche che è musica che riesce sempre ad emozionarci e le nuove vesti sonore non fanno altro che rinnovare il mito di questo artista che, meglio di chiunque altro, ha saputo comporre musica teatrale e orrorifica di grande impatto. GB

Altre recensioni: Live... or Dead

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