Rock Impressions

Damage Control - Raw DAMAGE CONTROL - Raw
Angel Air
Distribuzione italiana: no
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2009

C’era un tempo in cui i supergruppi come questo facevano notizia, ma oggi non credo ci sia lo stesso interesse, eppure i nomi sono di primo piano: Robin George alla chitarra e alla voce (Robert Plant, Phil Lynott, Glen Hughes), Pete Way al basso e alla voce (UFO, Waysted) e Chris Slade alla batteria (Slade, Uriah Heep, Ac/Dc, Asia). Vi ho messo solo delle band di esempio per darvi la caratura dei soggetti coinvolti in questo progetto formato nel 2006, si tratta quindi di musicisti di spicco della scena hard rock inglese degli ultimi trent’anni, conosciuti forse più dagli appassionati del genere, che non dal grande pubblico, ma comunque delle icone del movimento. Ciononostante questo disco con cui debutta il progetto Damage Control rischia di passare quasi inosservato, complice probabilmente anche la ormai cronica crisi del mercato discografico.

Il fautore del progetto è Robin George, quindi si tratta di un veicolo per il suo chitarrismo molto classico e a volte prevedibile, ma il songwriting non è così scontato come si potrebbe temere, anzi si possono ascoltare molte soluzioni interessanti nei tredici brani proposti, ogni tanto il disco riesce a rileggere gli stilemi tipici del genere in una chiave nuova, niente che faccia gridare al miracolo, ma non è male. La base come sempre è il blues rock, più o meno pompato di adrenalina, più o meno notturno e talvolta ancora abbastanza stradaiolo, ma a prendere il sopravvento è la classe con cui i nostri eseguono i vari brani. Raw, a dispetto del nome, è suonato e prodotto decisamente bene, ma manca la componente selvaggia che graffia l’ascoltatore, episodi come “Victim” sono piuttosto mosci, ma ci sono anche impennate di orgoglio come in “Alice” o in “Damage Control”.

I vecchi leoni vogliono dire ancora la loro, ma questa volta penso che solo i loro vecchi fans e gli appassionati del genere si interesseranno di questo disco. Raw è un prodotto molto dignitoso, i nostri non si sono lasciati tentare da facili seduzioni di modernismo, ma non sono nemmeno riusciti a lasciare un segno profondo. GB

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