Daniele Faraotti nasce artisticamente chitarrista, Amante di Beatles,
Led Zeppelin, Stones, King Crimson, a sedici anni studia al conservatorio
di Cesena, mentre a ventidue passa al “Verdi” di Milano.
Gli studi proseguono negli anni a venire, passando per città
in città fino a giungere alle attività concertistiche.
Collabora con Patty Pravo, Claudio Lolli e con altri artisti, in parole
povere un musicista impegnato ed oggi insegnante di chitarra nella
Scuola Media Rolandino Pepoli di Bologna.
“Ciò Che Non Sei Più” racchiude tutto ciò
che Faraotti intende per musica, con un ampio sguardo alla sperimentazione
del suono. Un calderone sonoro che potrebbe stordire molti ascoltatori,
viste le molteplici proposte incentrate nei singoli pezzi.
Il lato più sperimentale si presenta con strumentazioni bizzarre,
fra le quali mi sembra di scorgere un soffio dentro ad una guaina
per fili elettrici. A volte l’uso della chitarra è inconsueto,
poi c’è ruomoristica, percussioni astruse composte da
oggettistica varia a me sconosciuta. Ma quando incontriamo i brani
più commerciali , allora ci troviamo di fronte ad un Faraotti
più accessibile. In questo caso impegnati sono i testi, molto
attuali e dediti ad una cronaca dettagliata. I King Crimson a tratti
fanno capolino, ma si tratta di un richiamo fievole e sfuggente, come
quello nei confronti del maestro Frank Zappa. Una musica che fa sfoggio
di se quasi con compiacimento e la propria varietà è
il suo pregio e paradossalmente difetto.
Sono sicuro che “Ciò Che Non Sei Più” colpirà
i più aperti di mente di voi, mentre agli altri non piacerà.
Personalmente questo non ritengo sia un difetto, anzi, in esso è
racchiuso il vero termine “Progressive”. Chi ricerca,
chi osa, chi propone nuove idee, trasporta avanti le sonorità
del Rock. Daniele Faraotti è un artista maturo, che conosce
il fatto suo e si muove determinatamente per la propria strada, assolutamente
priva di compromessi di sorta. Provate ad ascoltarlo, perché
il disco è pregno di idee ed a tratti anche di buone melodie.
Osate, la musica è bella perché varia. MS
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