Rock Impressions

Dante - Saturnine DANTE - Saturnine
ProgRock
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2010

Dopo l’ottimo esordio autoprodotto, riecco farsi vivi i tedeschi Dante col secondo album, partorito sotto l’egida della ProgRock Records, una piccola label che ha prodotto molti lavori interessanti. Ritorno particolarmente gradito, perché questi musicisti sono riusciti a catturare la nostra attenzione in un panorama che sembra sempre più ristretto e poco reattivo, il prog metal, ma che invece riesce ancora a regalare emozioni contro tutte le previsioni. La formazione si è arricchita del bassista Michael Neumeier, mentre in precedenza le parti di basso erano state realizzate dal chitarrista Markus Berger. L’artwork curatissimo e un po’ oscuro è stato realizzato, come nel titolo precedente, dal cantate Alexander Gosh.

Questo nuovo Saturnine è un disco intenso, che porta compimento a tutte le buone premesse costruite dalla band. Troviamo sette brani di durata molto varia, da un minimo di circa quattro minuti fino alla suite conclusiva di diciannove, ovviamente la musica è molto varia, con una buona alternanza di parti melodiche e riflessive a quelle più metal e coinvolgenti, con ottimi cambi di tempo e intrecci ritmici. Aprono i dodici minuti di “All My Life”, un brano velatamente malinconico che cambia come un caleidoscopio, ora dolce e romantico, ora energico e cupo, belle melodie e belli i passaggi più trascinanti, con un lavoro ritmico che mantiene sempre attiva l’attenzione dell’ascoltatore. Anche “Drifting” è aperta da un pianoforte che disegna una melodia efficace. Molto dura è “Dust”, ai limiti di certo nu metal, per il suo incedere pulsante, coinvolgente. “Never Return” è un prog metal cadenzato pieno di cambi di ritmo, è il brano più prevedibile del lotto, ma è comunque un gran bell’ascoltare. In “Maybe One Day” torna il pianoforte, con una melodia toccante e un cantato molto ricco di pathos. “Modal Acousma” è uno dei momenti più progressivi e complessi dell’album, difficile seguire le geometrie della sezione ritmica, mentre tastiere e chitarra si intrecciano in fantasie piene di gusto. La conclusiva “Vanessa” apre con un incedere fra l’epico e il solenne, poi cambia in un andamento romantico e struggente, giocato ancora con pianoforte e voce, ma è poco più di un intermezzo ed ecco che arrivano le chitarre distorte e le atmosfere si surriscaldano, ma come detto è una suite piuttosto ricca e le sorprese sono molte.

Gran disco Saturnine e grande band i Dante, un’ottima risposta a tutti quelli che pensano che il prog metal non abbia più nulla da offrire, ovviamene noi la pensiamo diversamente e siamo molto felici di poterlo dimostrare. GB

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