Dopo l’ottimo esordio autoprodotto, riecco farsi vivi i tedeschi
Dante col secondo album, partorito sotto l’egida della ProgRock
Records, una piccola label che ha prodotto molti lavori interessanti.
Ritorno particolarmente gradito, perché questi musicisti sono
riusciti a catturare la nostra attenzione in un panorama che sembra
sempre più ristretto e poco reattivo, il prog metal, ma che
invece riesce ancora a regalare emozioni contro tutte le previsioni.
La formazione si è arricchita del bassista Michael Neumeier,
mentre in precedenza le parti di basso erano state realizzate dal
chitarrista Markus Berger. L’artwork curatissimo e un po’
oscuro è stato realizzato, come nel titolo precedente, dal
cantate Alexander Gosh.
Questo nuovo Saturnine è un disco intenso, che porta compimento
a tutte le buone premesse costruite dalla band. Troviamo sette brani
di durata molto varia, da un minimo di circa quattro minuti fino alla
suite conclusiva di diciannove, ovviamente la musica è molto
varia, con una buona alternanza di parti melodiche e riflessive a
quelle più metal e coinvolgenti, con ottimi cambi di tempo
e intrecci ritmici. Aprono i dodici minuti di “All My Life”,
un brano velatamente malinconico che cambia come un caleidoscopio,
ora dolce e romantico, ora energico e cupo, belle melodie e belli
i passaggi più trascinanti, con un lavoro ritmico che mantiene
sempre attiva l’attenzione dell’ascoltatore. Anche “Drifting”
è aperta da un pianoforte che disegna una melodia efficace.
Molto dura è “Dust”, ai limiti di certo nu metal,
per il suo incedere pulsante, coinvolgente. “Never Return”
è un prog metal cadenzato pieno di cambi di ritmo, è
il brano più prevedibile del lotto, ma è comunque un
gran bell’ascoltare. In “Maybe One Day” torna il
pianoforte, con una melodia toccante e un cantato molto ricco di pathos.
“Modal Acousma” è uno dei momenti più progressivi
e complessi dell’album, difficile seguire le geometrie della
sezione ritmica, mentre tastiere e chitarra si intrecciano in fantasie
piene di gusto. La conclusiva “Vanessa” apre con un incedere
fra l’epico e il solenne, poi cambia in un andamento romantico
e struggente, giocato ancora con pianoforte e voce, ma è poco
più di un intermezzo ed ecco che arrivano le chitarre distorte
e le atmosfere si surriscaldano, ma come detto è una suite
piuttosto ricca e le sorprese sono molte.
Gran disco Saturnine e grande band i Dante, un’ottima risposta
a tutti quelli che pensano che il prog metal non abbia più
nulla da offrire, ovviamene noi la pensiamo diversamente e siamo molto
felici di poterlo dimostrare. GB
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