I tedeschi Dark Age hanno festeggiato i dieci anni di attività
e hanno pensato di uscire con questo esaustivo doppio dvd celebrativo.
Personalmente è la prima volta che ascolto questa band, ma
devo dire che pur non essendo molto ferrato in materia il gruppo mi
è piaciuto per un discreto gusto a livello di melodie e di
varietà del songwriting. Il gruppo si pone ad un crocevia fra
il black metal e il death metal grazie ad un cantato alternato fra
screaming puliti e gutturali, due componenti ben bilanciate per cui
il gruppo non risulta eccessivamente estremo.
Il primo dvd contiene una quindicina di brani del concerto tenuto
il 3 settembre 2005 ad Amburgo a cui sono aggiunti il video di “Zero”
un divertente video in stile Muppet Show metallico dal titolo “Headbanging
Puppets” e uno spot inedito abbastanza crudo contro le violenze
perpetrate sugli animali a cui il gruppo ha partecipato. Il secondo
dvd contiene un documentario di un’ora e mezza sulla storia
del gruppo con immagini che risalgono ai primissimi vagiti della band
teutonica. Fa quasi tenerezza vedere i ragazzetti giovanissimi cimentarsi
col death metal, difficile intravedere le evoluzioni future, ma è
una parentesi divertente. Da qui in poi viene percorsa tutta la storia
del gruppo con abbondanza di immagini e di retroscena, molti dei quali
avrei fatto volentieri a meno. I filmati sono per lo più amatoriali
con un audio scarso e anche i contesti spesso sono discutibili, il
gruppo si celebra con ironia e orgoglio, ma la scena di quello che
orina nella doccia… comunque qualsiasi particolare piccante
è stato censurato, ma lasciamo perdere e torniamo al primo
dvd. Discreta la regia che una volta tanto non è schizzofrenica
e non saltella continuamente da un musicista all’altro, ma è
la musica dei Dark Age che cattura. Niente che sia particolarmente
innovativo o imperdibile, questi ragazzi fanno un solido metal che
scorre granitico e coinvolgente con momenti anche atmosferici.
I Dark Age suonano bene e scrivono dei buoni pezzi, non sono hanno
fatto delle pagine particolarmente memorabili, ma si lasciano ascoltare
con piacere e non è poco. Direi che il documentario poteva
essere un po’ meno idiota e meno autocelebrativo, ma forse ai
fan piacerà proprio per questo. GB
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