Classe
’72, Davide Recchia è passato dal pianoforte alla chitarra
all’età di 12 anni, da allora ha intrapreso una formazione
rigorosa, con prestigiosi insegnanti, nel tempo ha suonato con molti
artisti e si è esibito in numerosi festival di jazz, accrescendo
e consolidando la propria formazione, che oggi appare particolarmente
affinata. Per questo classicissimo trio si è avvalso della
collaborazione di Stefano Senni al contrabbasso e di Alberto Girardi
alla batteria.
Get In – Get Out è un album notturno, intriso di atmosfere
fumose e moderatamente malinconiche. Le composizioni sono tutte originali,
una volta tanto non ci sono cover o tributi e questo è uno
degli aspetti più interessanti del cd, perché come ho
avuto modo di sottolineare anche in passato, è sempre un’ottima
cosa poter ascoltare un musicista alle prese con la propria musica,
la riproposizione di brani altrui ha più un sapore di “artigianato”
se mi permettete il termine, manca spesso il gesto creativo, in particolare
quando chi propone una cover tende ad avvicinarsi troppo all’originale.
Nelle nove composizioni proposte c’è un grande equilibrio
fra i tre musicisti, nessuno primeggia e tutti hanno la possibilità
di mettere in mostra il proprio talento, che appare evidente in ciascuno.
Recchia si libera in assoli ai limiti del blues, l’improvvisazione
mantiene sempre il focus sulla costruzione armonica del pezzo, ottime
le sottolineature di basso e batteria, che non si limitano mai ad
un lavoro esclusivamente ritmico, ma che sono sempre parte integrante
delle linee armoniche e melodiche, in particolare la batteria con
un uso molto attento dei piatti.
Il jazz di Davide Recchia espresso in questo disco è molto
intimista, ma per questo lo si ascolta volentieri, perché è
come fare un viaggio nel proprio io più profondo, un risultato
che non tutti gli artisti riescono a raggiungere. GB
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