Una
brutalità dal rock n’ roll molto facile. E’ così
che si può definire il metal dei tedeschi Debauchery, che hanno
dato avvio al loro cursus discografico come un semplice progetto solista
del singer Thomas, fino a giungere oggi al quinto album in studio.
“Continue To Kill” è un divertissement per amanti
del genere death nelle sue trasfigurazioni più degenerate e
oltranziste, nel quale emerge una sana passione per gli antichi dinosauri
del rock e del metal. La parte più consistente del dischetto
è composta da brani decisamente più in stile brutal-death
(così la titeltrack, “Blood God Rising”, “Worship
The Violence”). “Warfare” apre citando il riffing
del compianto Dimebag Darrel. In alcuni passaggi (“Cuntkiller”)
si sentono, manco a dirlo, i Cannibal Corpse, mentre alcune partiture
di batteria (come in “Apostle Of War”) sembrano più
orientate sul thrash tedesco dei Sodom. Non a caso il drummer Schmier
è un ex Destruction (anche loro thrashers e connazionali dei
Debauchery). Buono il lavoro dietro la consolle di Denis Ward (Krokus,
Dezperadoz, Eden’s Curse). Rimangono tuttavia un mistero le
distorsioni Ac/Dc su “Hard Rockin’”, che suonano
parecchio come un cavolo a merenda. In un classico disco violento,
con tanto di growl “pitchato” è piuttosto inusuale
sentire un suono simil-diavoletto che entra direttamente nell’ampli.
E’ anche inserita la mitica “Angel of Death” degli
Slayer, in linea con l’uso consolidato della band di riproporre
ogni disco un grande classico del rock e del metal.
Un album che certo divertirà l’audience brutal (che,
va detto, si fregia di una ironia tutta macabra e particolare). Il
death n’ roll però, è un’altra cosa. FR
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