La
copertina di questo album di debutto non lascia molti dubbi e il cranio
fracassato rievoca il doom più sulfureo, ma la vera sorpresa
è che troviamo nel gruppo due mostri sacri: Dave Chandler (chitarra)
dei disciolti St Vitus e Ron Holzner (basso) dei Trouble, che dovrebbero
tornare presto sul mercato con un nuovo attesissimo album. Questi
due musicisti hanno lavorato con vari batteristi fra cui Barry Stern
(Trouble), Jimmy Bower (Eyehategod, Superjoint Ritual…), Greg
Rogers (Goatsnake, Obsessed), Tony Costanza (Crowbar) e Joe Nunez
(Novembers Doom). Holzner è anche il produttore del disco.
In questo disco di debutto la terribile coppia propone ovviamente
doom ossianico, ma non solo perché troviamo a sorpresa anche
molto punk diretto e sporco, stoner e psychedelic metal, un miscuglio
che in tutte le sue sfaccettature si rifà ai maestri Black
Sabbath e rielabora la lezione tenendo conto di come si è evoluto
il dark sound in tutti questi anni.
La novità maggiore è rappresentata appunto dal punk
di brani come “Full of Shit”, “The Nightmare”
o “You’re the Reason”, ci sono pezzi veramente brevi
che durano anche meno di un minuto, mentre il movimento doom si sta
spingendo sempre più verso lunghi brani psichedelici pieni
di parti improvvisate e dilatate all’inverosimile, ma in questo
caso mi piace ricordare che Paul Chain con i Death SS aveva unito
il doom al punk già alla fine degli anni ’70 in brani
come “Orrible Eyes” o “Cursed Mama”. Pertanto
non si può parlare propriamente di idee innovative. Fatta questa
doverosa precisazione bisogna ammettere che abbiamo per le mani un
disco viscerale e potente fatto da persone che suonano la musica che
amano senza curarsi di mode o delle opinioni di un mercato sempre
in movimento.
Per quanto mi riguarda i momenti che mi piacciono di più sono
quelli più doom e meno punk come ad esempio “The Life
and Times of Claude and Elmo” o la sabbathiana “The Old
Man and His Bong”, ma mi sono lasciato trascinare dalla forza
espressiva di tutto il disco nel suo insieme, musica dannatamente
retrò, con un incredibile fascino underground e anche molto
garage. Gli assoli di Chandler sono molto lisergici e ispirati, mentre
Holzner al basso è una vera macchina.
Se vi piace il doom, se siete dei nostalgici freakettoni e non temete
di vedere il vostro genere preferito “contaminato” col
punk avvicinatevi a questo disco e non resterete delusi. GB
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