Originari dell’Iowa, si sono formati nell’89, ma varie
vicissitudini sembravano aver messo la fatidica “pietra”
sui sogni della band, è dal 2002 che non si avevano loro notizie.
Ma la tenacia di alcuni membri ha fatto la differenza ed ecco che,
grazie anche al lavoro della Minotauro, abbiamo la possibilità
di ascoltare il quarto album in studio della band americana, con la
formazione originale al completo. E questo spiega il titolo dato al
disco.
Si parte subito in doppia cassa, mentre le chitarre sono taglienti
come nella migliore tradizione power metal di stampo americano, la
band mostra con orgoglio i muscoli con belle melodie e un metal granitico
di buona fattura. “Rangers Lead the Way” è ancora
più incalzante, il ritmo è più veloce e l’headbanging
assicurato, sempre buone le melodie. “Deeds Not Words”
mostra una band patriottica, i testi sono farciti di valori legati
al senso di dovere per la nazione, una volta tanto non è il
solito gruppo “pacifista”, non che questo mi piaccia,
solo che mi sembra doveroso segnalare che si tratta di una voce un
po’ fuori dal coro. A parte i contenuti più o meno discutibili,
toviamo un metal epico cadenzato e sempre molto anthemico, il singer
ha delle doti canore notevoli e lo dimostra con orgoglio. Non poteva
certo mancare la ballad ed ecco che arriva la dolce “Loved Honor
More”, squisiti gli arpeggi di chitarra acustica, con in sottofondo
delle tastiere solenni e maestose, mi vengono in mente i gruppi pomp,
dagli Angel ai Magnum. “Fix Bayonettes” i titoli non lasciano
molti dubbi, questo brano ha connotati quasi prog metal, duro e complesso
si distacca dal resto del repertorio. Anche “Devil Dogs”
è poco easy listening e mi piace questo lato tagliente del
gruppo, meno scanzonato e comunque pieno di idee che funzionano. Certo
però che quando il gruppo si esprime in brani liberatori come
questo “From the Ashes” non hanno molti rivali, grande
prova di forza e di carattere. Brano molto drammatico “Against
You”, che chiude con una buona forza espressiva l’album.
Il disco è arricchito da tre bonus tracks, la versione demo
di “Passing of the Night”, interessante, ma non essenziale.
Poi ci sono due cover. A sorpresa la prima, “Wings of Destiny”,
è una canzone dei dimenticati Fifth Angel (credevo di essere
il solo a ricordarmeli), una band molto interessante e troppo presto
scomparsa dalle scene, questa bella cover rende loro un po’
di giustizia. Infine viene riproposta “Sign of the Crimson Storm”
dei Riot, una delle cult band del metal più apprezzate e anche
in questo caso è una scelta azzeccata.
Per i motivi sopra esposti a qualcuno questa band potrebbe non piacere,
ma musicalmente parlando sono una band dalla forte identità
e chi ama il metal americano non deve farseli scappare. GB
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