Tiago
Della Vega è considerato dalla critica il chitarrista più
veloce del mondo e questo gia basterebbe per fare incuriosire tutti
gli amanti dello strumento. Proveniente dal Brasile, Tiago studia
la sua chitarra acustica dalla tenera età di cinque anni, per
poi passare immediatamente dopo a quella elettrica. Di conseguenza
frequenta il conservatorio ed inizia la propria carriera artistica
con band come After Dark e Fermatha. Per la sua caratteristica peltrata,
Tiago appare anche nei Guinnes Dei Primati nel 2006 e nel 2008, quando,
eseguendo il volo del calabrone a 38 dps, riesce a convincere nuovamente
la giuria. “Hybrid” è l’album su cui l’artista
conta molto, portandolo in tutto il mondo fra seminari e concerti,
passando dall’America del Sud all’Europa e persino nell’
estremo oriente.
Il disco è suddiviso in otto tracce per la breve durata di
ventisette minuti e mezzo. Se consideriamo che bisogna ascoltare numerosissime
scale eseguite alla velocità delle luce, credo che il minutaggio
sia più che giusto. Ma attenzione, non stiamo parlando di un
disco dove la tecnica regna sovrana, c’è lo spazio anche
per il cuore, ci sono frangenti emotivi e delicati, come in “Destiny”.
Tastiere e chitarra ci raccontano un viaggio sentimentale che solo
alla fine si lascia trasportare dall’impeto dello strumento.
“Caprice 24” gode di classicismo, una musica prettamente
più sinfonica , legata alla classica, un poco come ama fare
il suo “rivale” J.Y. Malmsteen”. Il disco poi è
condito da diverse idee (non a caso “Hybrid” è
il titolo), con “Lost” infatti si privilegia il Metal
, più cadenzato e vicino anche a certe scale di stile orientale.
Altra vetrina di tecnica e barocchismo classico misto a Metal Progressive
è l’ottima “Violet Rose”, peccato solamente
per un accompagnamento non proprio all’altezza, gli arrangiamenti
a mio modo di vedere andrebbero più curati. Questo assolutamente
non sminuirebbe il lavoro alla chitarra di Tiago, ma a mio avviso
lo esalterebbe nell’insieme, facendo guadagnare in corposità
l’ascolto. Più “Progressive” il brano “Distant
Dreams”, con qualche puntata nel jazz a dimostrazione della
malleabilità di questo bravo artista. Per il sottoscritto è
il momento migliore del disco. Non siete convinti della sua tecnica?
Per togliere ogni dubbio qui c’è proprio il “Volo
del Calabrone”, 48 secondi di velocità pazzesca! Chiude
il disco “Acalanto”, altro frangente più metallico
e comunque sia variegato come bene o male ci siamo abituati ad ascoltare.
In conclusione “Hybrid” è si un palcoscenico di
tecnica, forse questo a molti di voi potrebbe dare fastidio, ma la
musica è comunque considerata, le melodie variano e l’ascolto
procede bene senza troppe asfissie. MS
Ovviamente chi di voi ama lo strumento in esame troverà tutto
questo estremamente interessante, agli altri consiglio un ascolto
preventivo, magari proprio su internet, sia per la tecnica:
http://www.youtube.com/watch?v=VnEgf8yiOEk
che per la musica:
http://www.youtube.com/watch?v=U1-PZCZtTXM&feature=related
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