INTERVISTA
AI DEMON di Giancarlo Bolther Blowout è stato il vostro ultimo disco in studio, poi hai realizzato un disco solista e ora, dopo dieci anni, finalmente un nuovo album, cos'è successo in tutto questo tempo? Ci siamo presi un periodo di pausa, dopo gli ultimi due albums e questo spiega uno stop così lungo. Abbiamo ripreso a suonare dal vivo nel 1995 e nel frattempo ho cominciato a raccogliere materiale per realizzare un nuovo disco. Nei tre anni successivi abbiamo viaggiato molto fra Germania e Svezia e desideravamo continuare col gruppo. Gli ultimi due anni, poi, sono stati molto belli e la Record Heaven ci ha chiesto di incidere un nuovo disco con loro. Tornando agli ultimi due dischi che avevamo inciso, devo ammettere che avevano un ché di malinconico, erano spenti. Così nel '95 non credevo che avrei inciso ancora, mi bastava suonare dal vivo, ma il responso dei fans ai concerti è stato incredibile e questo ci ha spinto a tornare in sala d'incisione per incidere un nuovo album, ci hanno veramente ricaricato le batterie. Cosa avete provato ritornando a registrare? E' stato molto bello tornare in studio, c'era un clima gioioso. Insieme ad alcuni del gruppo abbiamo fatto della promozione suonando dei set acustici, il pubblico cantava tutte le nostre canzoni e questo mi emozionava tantissimo. E' davvero bello essere tornati ed aver trovato un'accoglienza così calda e questo clima positivo si è riversato sulle registrazioni del nuovo disco. Nella vostra carriera avete adottato molti cambiamenti pur mantenendo una forte identità e anche questo nuovo disco si muove su queste direttive, ce ne vuoi parlare? Il nuovo disco mostra esattamente cosa volevamo essere all'inizio del nuovo millennio. Volevamo un disco molto heavy e forte e, pur mantenendo il nostro sound originale, abbiamo cercato di inserire le nuove tecnologie e i sintetizzatori, volevamo un album moderno e non qualcosa di nostalgico che suonasse anni ottanta. D'altra parte i Demon, come hai detto, sono sempre stati aperti ai cambiamenti. Questo nuovo disco sono i vecchi Demon in un'ottica moderna. Per quanto riguarda il contenuto, le tematiche si avvicinano molto ai problemi degli emarginati, in particolare di coloro che vivono per strada, "Child of the Dark Sky" parla, ad esempio, dei bambini dei paesi sudamericani (ndr in gergo si chiamano ninos de rua, bambini di strada). Ci siamo ispirati alle notizie che vengono dai telegiornali e dai notiziari, è un disco che parla dei drammi del tempo in cui viviamo. Anche "Cry From the Street" parla proprio dei problemi di chi, ogni giorno è costretto a vivere per strada. C'è un concept che lega le canzoni? Se intendi una storia comune, no, ma le tematiche dei pezzi sono incentrate, come ti ho detto, sulla vita in strada. "Spaced Out Monkey" cerca di cogliere sia la vitalità che viene dalle strade che i momenti duri. "Streetwise Cowboy" parla di un tipo che ho conosciuto vent'anni fa, che si arrangiava come un moderno cowboy e ho sempre desiderato dedicargli un brano. Se vogliamo, il concept sottostante è la visione che abbiamo del mondo in cui viviamo. Il brano "Spaced Out Monkey" è un grezzo funky metal, un po' insolito per voi? L'hanno pensato in molti, ma come ti ho già detto volevamo fare un album moderno, che si avvicinasse al sound che hanno le bands di oggi e che tutti noi del gruppo ascoltiamo, di conseguenza, questo brano è il più rappresentativo di questo nostro desiderio di ricerca di nuove soluzioni. Perché, allora, non avete fatto altri pezzi sulla linea di "Spaced Out Monkey"? Penso che "Child of the Dark Sky" sia un'altra canzone dal grande impatto commerciale, ma non volevo fare un album troppo pop e questa forse è la ragione per cui solo "Spaced Out Monkey" è così "diverso". Volevo un album accessibile e non eccessivamente heavy, con belle linee melodiche e passaggi tranquilli e il buon responso che stiamo ottenendo mi gratifica per le scelte fatte. E' la canzone più indicativa dei Demon di oggi? No, penso che tutto l'album vada ascoltato per definire i Demon attuali. Comunque il mio brano preferito è "Cry From the Street", è il tipo di canzone che ho sempre voluto fare. Cattura perfettamente il mio modo di sentire. Comunque, ripeto, l'album deve essere ascoltato nella sua interezza, solo così si riesce a catturarne l'essenza. Questo disco è molto diverso dalla maggior parte delle cose si sentono in giro, molte nuove bands possiedono una grande energia, ma si assomigliano tutte. Noi diamo una lettura molto personale del sound moderno e questo ci differenzia. Cosa mi puoi dire della nuova formazione presente sul disco? Siamo insieme stabilmente da tre anni. Io sono l'unico rimasto della line up originale, il chitarrista Steve Brookes suona con me dall'87. Andy Dale, il bassista, ha suonato su "Breakout" e sul mio disco solista. Il tastierista, Duncan Hansell, vive nella mia città e abbiamo suonato varie volte insieme dal vivo. L'altro chitarrista Ray Walmslay è un mio amico da alcuni anni. Infine il batterista è l'ultimo arrivato. Questa è la prima volta che registriamo insieme, ma c'è già una grande intesa fra di noi. Sei soddisfatto del lavoro fatto dalla Record Heaven? Si, sono molto felice, loro erano entusiasti di poter incidere un disco dei Demon e questo mi ha colpito. Stanno facendo anche un'ottima promozione e tutti parlano bene di questa etichetta, loro desiderano veramente che il disco abbia successo. E' come lavorare con dei fans entusiasti e questo rende il tutto molto facile. Inoltre, hanno intenzione di rimasterizzare i nostri primi tre albums con l'aggiunta di bonus tracks e di nuovi missaggi. Stanno facendo un ottimo lavoro, sono davvero magici. Negli anni 80 era più difficile trovare una casa discografica così entusiasta? In Inghilterra, all'inizio degli 80, le case erano molto interessate ai nuovi gruppi, poi nella seconda metà degli anni 80 e nei 90 le cose sono cambiate e l'interesse si è spostato verso i gruppi americani e tutto è diventato molto più difficile. Quali sono le differenze fra i vostri ultimi lavori? L'ultimo album non era un vero solo project, è stata la casa discografica a consigliare di farlo uscire col mio nome. Blowout è stato l'ultimo disco a nome Demon e in quell'album avevamo sperimentato nuove armonie e avevamo inserito molte tastiere. Con SOM abbiamo voluto una produzione molto moderna con un suono potente. Ai tempi di Blowout eravamo stanchi e frustrati e queste condizioni psicologiche negative avevano pesato molto sui dischi. Oggi abbiamo cercato di recuperare l'energia che ha caratterizzato i nostri lavori migliori, puntando però su suoni moderni. In effetti, anch'io ho avvertito nel vostro sound attuale sia la forza degli anni ottanta che l'aggressività moderna, quale di queste due ti è più congeniale? Le tue parole mi fanno davvero felice, abbiamo voluto con tutte le forze rappresentare l'aggressività del sound di oggi su questo nuovo disco. Abbiamo lavorato molto sulla melodia di ciascun brano perché ogni pezzo suonasse diverso dagli altri, abbiamo recuperato l'energia dei primi Demon e l'abbiamo mischiata con l'aggressività di questi anni e mi piace molto il risultato che ne è uscito. Quindi posso risponderti che quello che preferisco è l'unione di queste due componenti. Siete sulla scena dal 1980, cos'è cambiato da allora nel music biz? Non mi sembra che siano cambiate molte cose, i fans del rock sono sempre uguali, nel senso che hanno la stessa carica e la stessa energia, ci sono nuove generazioni di fans, ma non sono cambiati dentro. Il cambiamento maggiore che ho notato, specialmente in Inghilterra, è che puoi essere un fans dei vecchi gruppi come Alice Cooper, i Nazareth o i Demon, ma sia in Inghilterra e, talvolta anche in America, non sei alla moda se ascolti i vecchi gruppi di venti o trent'anni fa. C'è divisione fra chi ascolta i vecchi gruppi e chi ascolta quelli nuovi e noi siamo diventati "vecchi". Alcuni gruppi hanno perso la loro identità per mantenere un seguito, mentre le grandi bands come i Deep Purple, i Black Sabbath, i Led Zeppelin dei seventies o gli Iron Maiden dagli eighties, che hanno mantenuto una forte identità, hanno perso la generazione dei nineties a favore dei nuovi gruppi. Mi sembra di capire dalle tue parole che segui con attenzione i nuovi gruppi, cosa pensi di loro e della musica di oggi? Possiedo un negozio di dischi nella mia città, così riesco ad ascoltare molte nuove bands. Mi piacciono molto le nuove tecnologie di registrazione e l'energia dei nuovi gruppi. Il rock è sempre stato un ottimo veicolo per l'energia e molti giovani artisti di successo ne hanno davvero tanta. C'è stato un progresso a livello di melodie, che oggi sono più aggressive rispetto agli eighties. Inoltre, come ti ho detto, mi piacciono le nuove tecniche di registrazione, che stanno contribuendo molto al successo dei nuovi gruppi, rendono tutto più facile. Il problema è che questi gruppi alla fine hanno tutti lo stesso sound, ma, a quanto pare, questo non dispiace al pubblico. Qual è il disco dei Demon a cui sei più legato e qual è quello che ti piace meno? Ci sono molte cose che mi piacciono in vari nostri dischi, questo dipende da tanti fattori: il periodo in cui il disco è stato inciso, le emozioni, i ricordi. Potrei risponderti che, al momento, il mio album preferito è quello nuovo, anche perché sono ancora molto coinvolto nella sua realizzazione, ma la gente probabilmente indicherebbe "The Plague", "The Unexpected Guest", "Night of the Demon" o "Taking the World by Storm", tutti grandi albums. Invece "Heart of Our Time" è un album che non avremmo dovuto fare, era appena morto Mal Spooner, una grande perdita e il disco ne ha risentito. Un altro disco non riuscito è stato "Blowout", c'erano troppe armonie sorrette da tastiere, in quel periodo eravamo molto disillusi dal business e non avevamo abbastanza energie per reagire. Questi alti e bassi sono stati uno dei motivi principali per cui abbiamo deciso di incidere un nuovo disco e oggi sono molto felice di averlo fatto. Quanto è stato difficile ripartire dopo la tragica morte di Mal Spooner? E' stato molto difficile ed anche stato un periodo davvero strano, l'etichetta di allora stava attraversando un momento duro e anche questo ci pesava, ma eravamo andati così lontano che abbiamo pensato di dover proseguire, nonostante la perdita terribile di Mal. Avevamo ancora tante idee e tanta musica dentro e credevamo molto in questo e così abbiamo deciso di andare in studio per registrare "Heart of Our Time", ma il disco risentì del nostro stato di depressione. Furono momenti davvero duri, ma la musica e la gente che avevamo vicino ci aiutarono a venirne fuori. Nella mia raccolta di dischi c'è una copia originale di "Night of the Demon", che ricordi hai di quel periodo? Eravamo una giovane band senza contratto, scrivevamo canzoni molto semplici e dirette e ci divertivamo molto a suonare insieme. Il disco fu inciso molto velocemente e trovammo un dipinto perfetto per la copertina. Fu un album ideale per quel periodo. Ho molti bei ricordi legati alla registrazione dei nostri albums e, eccetto per la morte di Mal, sono stati momenti entusiasmanti con delle splendide canzoni. Anche in Svezia abbiamo avuto molto seguito arrivando anche nella Top 20. Gli eighties in Inghilterra e in Germania erano un periodo stupendo per la musica, abbiamo tenuto dei grandi concerti con un pubblico fantastico. Purtroppo oggi non è più così nel nostro paese. Si può dire che i Demon di oggi sono una band "straniera"? Qualcuno dice che siamo una cult band e per me suona molto strano. La ragione principale per cui i Demon non sono diventati popolari come, ad esempio, i Metallica, penso sia nel fatto che noi eravamo accasati con un'etichetta indipendente e quindi non abbiamo avuto il supporto economico e organizzativo che invece hanno avuto altri gruppi, ma nonostante questo abbiamo avuto ugualmente molti fans che hanno apprezzato il nostro carattere indipendente. Certo questo è stato la causa di molti momenti difficili, ma ci ha anche permesso di tornare sul mercato con questo nuovo disco e di trovare un'accoglienza calorosa dopo ben vent'anni di carriera ed è una bella soddisfazione. C'è qualcosa che desideri dire ai vostri fans italiani? Anzitutto voglio ringraziare di cuore tutti quelli che hanno comprato i nostri dischi, abbiamo ricevuto molti contatti dall'Italia attraverso il nostro sito internet. Poi desidero molto venire in Italia per suonare da voi il prossimo anno. Allora spero di vedervi presto! Sicuramente, stiamo già pianificando il tour, speriamo che vi piaccia il nostro nuovo disco così potremo organizzare un grande spettacolo. GB Recensioni: Unbroken |
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