Cosa succede se per una volta un giornalista musicale passa dall’altra
parte, se decide di infrangere il confine che divide critica dai “criticati”?
A parte tutte le speculazioni che si possono pensare occorre una certa
dose di coraggio e anche di incoscienza, ma soprattutto quello che
dovrebbe animare il tutto è la passione, la voglia di essere
almeno per una volta “artefice” e non solo “consumatore”.
Credo che in fondo ogni “vero” giornalista musicale abbia
sognato almeno una volta di passare dall’altra parte! Ernesto
De Pascale ci ha provato con questo disco.
Morning Manic Music è un disco che sorprende sia per le sue
intenzioni, che per quanto ci sta dietro, e mette a nudo la passione
musicale del nostro che si esprime in un rock venato di blues, una
via di mezzo fra la finezza di Donald Fagen, la sincerità di
Bob Dylan e lo spirito americano di Neil Young o di Billy Joel. Le
nove canzoni proposte sono state composte di prima mattina, ecco il
significato del titolo (estrapolato da una frase di Grace Slick davanti
al pubblico di Woodstock), anche se a volte il genere proposto possa
far pensare più ad una musica notturna e intimista. Sull’album
troviamo il contributo del chitarrista Ken Nicol (degli Steeleye Span,
esponente importante della scena folk rock inglese) e quello di Joe
Broughton (Albion Band). A questi due artisti si aggiungono la giovane
e promettente Giulia Nuti alla viola, il bravo Guido Melis al basso,
Lorenzo Desiati alla batteria e altri ancora, vari musicisti dell’underground
fiorentino.
Il tema portante dell’album è il viaggio come metafora
della vita, si susseguono quindi come dei flashback i brani, come
finestre aperte sul mondo esteriore che riflette quello interiore
e propone un continuo dentro e fuori dal proprio “io”.
Il disco è diviso idealmente in due parti, nella prima ci sono
momenti graffianti come la title track o “It’s Tomorrow”,
che mi ha ricordato molto certe cose di Julian Cope, altri poetici
e rilassanti come “Lost Hollywood”, altri ironici e divertenti
come “Blackpool Babylon”, c’è il rock sofisticato
di “About A Girl” alla Fagen.
La seconda parte si apre con la dolce chitarra acustica di “I’m
Only Playing the Game” dal sapore molto folk, “Endless
Flight” sembra una “chanson” francese, dopo una
partenza blues molto intimista diventa un po’ più rock
“There Will Always Be a Light”, davvero un brano di gran
classe. Chiude la partita “Till Morning Comes” ed è
il rock più classico a prendere il sopravvento. De Pascale
conosce la materia e la sa trattare, ne consegue un disco molto ben
fatto, un piccolo gioiello nel panorama italiano e al tempo stesso
un album dal respiro internazionale.
Quindi la risposta alle domande iniziali è che Ernesto ha vinto
la sfida e ha dato vita ad un album di cui può andare fiero.
GB
Per un assaggio: www.myspace.com/morningmanicmusic
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