Nel sesto lavoro
da studio i bolognesi Deus Ex Machina maturano ulteriormente e tracciano
una retta verso un suono ancora più diretto rispetto quello
dei lavori precedenti. Un disco con tre nuovi brani ed un DVD , davvero
un bottino appetibile per i propri fans. La struttura dei pezzi risulta
più classica e pregna di richiami ai vecchi maestri del genere.
C’è feeling, si respira classe, quella dettata dall’esperienza
della band, oramai sulla scena dal lontano 1985.
Si resta subito colpiti dalla bellezza di “La Diversità
Di Avere Un’Anima”, con scorribande stile Gentle Giant,
ma anche sentori di un Progressive più attuale. Abbandonato
il cantato in latino, i ragazzi si esaltano comunque sulla voce incredibile
di Alberto Piras, secondo il mio parere paragonabile a quella di Demetrio
Stratos. Il violino di Buonez Bonetti porta alla mente inevitabilmente
i fasti della PFM, ma la musica dei Deus Ex Machina è più
Jazzata, in certi versi più ricercata.
Caldo il suono del basso di Porre Porreca in “Giallo Oro”,
dodici minuti di Progressive in bilico fra Jazz e Prog moderno. Sempre
cambi di tempo e di umore, con l’importante appoggio delle tastiere
di Fabrizio Pugliesi. Perfetta la linea ritmica, grazie anche ad un
Claudio Trotta decisamente in forma. Una band dalla cultura musicale
davvero eccelsa ed ogni nota non viene espressa a caso, una musica
a 360° legata agli anni ’70 soprattutto dalla voce di Piras.
Proseguono i giochi di tastiere e chitarra in “Il Testamento
Dell’Uomo Saggio”, mix fra Area ed Arti & Mestieri,
con un violino delicato a renderlo ancora più appetibile. Meraviglioso
il crescendo finale. Diretta e semplice è “Cor Mio”,
una canzone di raffinata stesura, sostenuta ancora una volta dalle
importanti liriche e da un violino più sognante, questa edita
anche nel cd “Deus Ex Machina” del 1992. A questo punto
incontriamo un'altra minisuite di quindici minuti, “La Fine
Del Mondo”, estrapolato da “Equilibrismo Da Insofferenza”
del 1998. Qui il suono caldo della band ci avvolge all’inizio
con un materializzarsi di emozioni spirituali. Ovviamente il proseguo
lo si intuisce facilmente, cambi di tempo e crescendo umorali come
in ogni suite che il genere propone. Chiude “Impàris”
un brano live, “Cosmopolitismo Centimetropolitano”, cavallo
di battaglia estratto sempre dallo stupendo “Equilibrismo Da
Insofferenza” del 1998.
Nel DVD ci sono diverse date dal vivo, fra i suoi 134 minuti vediamo
i nostri esibirsi a Parigi nel 2006, in America, in Spagna, nella
tv italiana ed un videoclip. Davvero molta carne al fuoco.
Con questo lavoro i Deus Ex Machina ritornano a noi con orgoglio ed
una caparbietà più marcata, la “macchina”
è ben oleata, tutto gira a dovere. “Impàris”
è un disco che un amante del Jazz Prog non deve mancare ed
allo stesso tempo è così fruibile che potrebbe essere
anche un occasione per avvicinarsi a questo genere solo in apparenza
complicato. MS
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