Vengono
dalla Finlandia, questo Voidwards è il loro terzo album e sono
la dimostrazione di come questo genere sia capace di rinnovarsi continuamente.
Oggi fare Doom non è più sinonimo di Black Sabbath o
dei primi Judas Priest, quelli di Sad Wings of Destiny per intenderci.
Oggi il dark sound racchiude anche molta psichedelia, il cantato di
derivazione Black e atmosfere molto gotiche e spettrali. In questo
i Dolorian non temono confronti e sciorinano il loro sound sulfureo
con una determinazione impressionante.
Le dieci traccie che compongono Voidwards lasciano un senso di disperazione
senza risposta, sono un incubo da cui si desidera fuggire al più
presto, ma come nei migliori incubi non ci si riesce a svegliare e
si viene catturati in una spirale discendente, che porta negli oscuri
meandri delle perverse menti che hanno partorito questo inferno. Musica
che procede con lenta determinazione e lascia spiragli di luce.
Metal, psichedelia e cantato gutturale sono gli ingredienti di questo
pesante piatto. Non c’è un titolo che spicca sugli altri
in questo sabba nero come la pece, ma è tutto un unico pellegrinaggio
verso l’abisso. Lasciate ogni speranza… se volete accostarvi
al sound dei Dolorian. GB
DECEMBER FLOWER
Last December Flower
VideoRadio
Voto: 75
Per chi ascolta: Hard Rock moderno, con un piede negli ottanta e uno
nel futuro
I Last December dopo un demo sono costretti a cambiare nome causa
la solita omonimia e così li ritroviamo con il presente nuovo
moniker e un primo cd che col titolo fa da ponte fra passato e presente.
Un presente con un buon contratto e una grande grinta da far conoscere.
Questo è quanto traspare dall’ascolto delle otto traccie
contenute nel cd (con esclusione di Intro e Outro). I brani sono cantati
in inglese tranne “Parete di Lacrime”, una canzone che
trovo molto riuscita e non mi spiacerebbe se in futuro i nostri dovessero
cercare di scrivere ancora nella nostra lingua visto il convincente
risultato. Bella la voce di Matteo, pulita e potente, aggressiva al
punto giusto. Musicalmente il gruppo da prova di una buona coesione,
più che al virtuosismo si bada alla sostanza con un riffing
granitico e belle linee ritmiche. I brani scorrono via uno dopo l’altro
lasciando un’ottima impressione complessiva e un senso di appagamento.
Il pezzo debole del cd a mio parere è la ballad “Living
in a Lie”, che suona un po’ troppo scontata, ma non è
poi così male.
Di certo i December Flower sono solo all’inizio e hanno davanti
una lunga strada e io spero che possano riuscire a far parlare di
se, questo debutto dice che ce la possono fare. GB |