Rock Impressions

Doomraiser - Erasing the Rememberance DOOMRAISER - Erasing the Rememberance
BloodRock / Black Widow
Distribuzione italiana: Black Widow
Genere: Doom
Support: CD - 2008

I romani Doomraiser fanno dell’heavy drunken doom, non preoccupatevi non è una nuova sottocategoria musicale inventata da qualche giornalista in cerca di emozioni, ma si tratta di un solido doom “da birreria”, ancora vi invito a non prendere questo con un sorrisetto compiaciuto, non è una critica, nemmeno un voler denigrare il gruppo, piuttosto trovo questa definizione come un segno di distinzione, nel senso che i Doomraiser si divertono nel proporrre questo genere, che solitamente è preso molto sul serio, mentre non fa male un po’ di sano divertimento, anche in chiave doom. Guardando al look della band romana sembra di vedere una nuova incarnazione dei Motorhead, detto questo spero di aver chiarito eventuali dubbi. Da notare che la band capitolina si è fatta subito notare e in poco tempo con un demo e un singolo ha iniziato a fare concerti in vari paesi dell’Europa. Questo è il loro secondo full lenght.

La cosa non sorprende, perché la proposta dei Doomraiser è di ottima qualità, il loro downtempo è decisamente convincente, questo appare evidente fin dal brano di apertura”Another Black Day…”, il riff tenebroso è quanto di meglio si possa ascoltare in questo genere e tiene testa ai maestri del genere, un brano lungo e sofferto che è un vero e proprio manifesto del genere, tradizionale quanto basta, ma la tempo stesso convincente. Molto più personale è la malefica “The Raven”, una vera killer song da headbanging sfrenato, colate di puro metallo incandescente. Molto classica anche “C.O.V.” il gruppo continua a dimostrare di saperci fare e di conoscere tutte le regole del gioco. Anche l’intro spettrale con flauto di “Vanitas” fa aleggiare vecchi fantasmi e conferma le qualità del gruppo, molto bello l’intermezzo centrale, ma il brano è quasi una suite di circa un quarto d’ora, ci siamo anche sulle lunghe distanze. Chiude il cd un’altra suite “Rotten River”, che si mantiene sempre su ottimi livelli, anche se ricorda molto i maestri Trouble, ma siamo alla fine e una piccola citazione ci può stare.

In fondo questo è un bel disco, molto settoriale se volete, ma tutti gli appassionati di doom troveranno pane per il loro denti, per tutti gli altri questo è un buon disco con cui accostarsi al doom, ben fatto ma non troppo tenebroso. GB

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