La
Germania produce ultimamente una nutrita quantità di gruppi
Black Metal ed i Drautran fanno parte di questa schiera. Si formano
nel 1996 e dopo ben otto anni dal debutto “Unter Dem Banner
Der Nordwinde” tornano a noi con questo nuovo album di Black
Metal pagano. Le tracce sono nove ed alternano ferocia ad attimi più
pacati, tipicamente di formazione nordica. Come il genere richiede,
la ritmica è sincopata, velocissima e nervosa, il lavoro di
Orloc alle pelli è davvero al limite dell’umano. La voce
di Blutaar è quella che si conviene per il genere, sguaiata,
urlante, growling, ma anche buona interprete di situazioni narranti.
Il cantato è in tedesco, per questo non conosco il significato
dei testi, ma credo che in loro si tratti dei soliti stilemi Black
Metal. Le chitarre di Winter e di Arn sono violente, mentre le tastiere
di Winter riempiono il suono e donano all’ascolto più
ampiezza. “Throne Of The Depths” è un assalto sonoro
che sembra aver fatto tesoro di lezioni di gruppi come i Dimmu Burgir
e compagnia bella. Nera come la pece “Gebaren Des Sterbens In
Klanglosen Spharen”, uno dei pezzi più riusciti del disco.
In generale ci aspettano più di cinquanta minuti tutti sullo
stesso binario, pur alternati da gradevoli passaggi acustici, come
nella bellissima “Styrt Ned I Maelstraumen”. In definitiva
questo è un album che farà la gioia degli estimatori
del genere, con tutti gli ingredienti giusti al posto giusto. Una
piccola pecca forse la ritroviamo nella produzione, non sempre all’altezza
della situazione, infatti gli strumenti sono troppo “attaccati”.
I suoni risultano essere troppo sovrapposti, ma è cosa da poco
se andiamo a cogliere le buone idee che la band tedesca ci propina
in questo “Throne Of The Deoths”.
I Drautran sono da tenere sotto osservazione, l’orrore da loro
cantato non è poi così spaventoso come potrebbe sembrare.
Bravi. MS
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