L’ottava
fatica dell’icona Metal Progressive non poteva che intitolarsi
“Octavium”.
Un sospiro di sollievo alla fine dell’ascolto, questa volta
i nostri paladini l’hanno portata a casa. Più lontane
le scialbe ed inutili influenze dei Metallica, il disco risulta più
articolato e Dream Theater style al 100%.
Portnoy e soci sembrano fare un passo indietro, ricercando sonorità
più melodiche e di stampo Metal Prog nel puro senso del termine,
avvicinandosi di molto a quel capolavoro dal titolo “Scenes
From A Memory”. In qualche modo sembrano chiedere quasi scusa,
ritornando nei ranghi, pur non negando nulla del recente passato,
ecco allora brani energici come “The Root Of All Evil”
a testimoniare il sunto della loro esperienza annosa. La voce di La
Brie è sempre ottima ed in definitiva ritorna ad emozionare
come ai vecchi tempi (1992).
Un viaggio sonoro davvero forte, le tinte strumentali pitturano scenari
più solari, come in “The Answer Lies Within” ed
i deja vu si susseguono copiosi. L’esperienza di Portnoy con
i Transatlantic e con Neal Morse (ex Spock’s Beard) sembra averlo
segnato fortemente, spazio dunque ai Pink Floyd, agli Yes ed appunto
ai Spock’s Beard. “These Wall” è più
Dream Theater dei Dream Theater stessi, mentre “I Walk Beside
You” mette alla luce tutta la maturità compositiva del
gruppo, con ruffiani refrain ed un ritornello da classifica, quasi
alla U2. Si corre invece con “Panic Attack” e le chitarre
di Petrucci fanno la voce grossa. “Never Enough” strizza
l’occhio ai Muse e nel complesso è un buon pezzo da ascoltare
con il piede sempre in movimento. “Sacrificed Sons” ed
i suoi dieci minuti riesce a strappare consensi, ma il meglio arriva
nella conclusiva “Octavium”, una suite davvero matura,
da urlo, dove i Pink Floyd salgono in cattedra ed i nostri raggiungono
picchi mai toccati nella loro carriera.
Che disco….e bravi i maestri, questa volta avete fatto centro
e mi sembra di capire che la vostra arte è libera di viaggiare
di fiore in fiore, fate bene, non date retta a nessuno ed andate per
la vostra strada, tanto c’è sempre qualcuno da incontrare
che ama la buona musica. MS
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