Anche l’Ungheria ha le sue carte da giocare in ambito Metal
Prog. I Dreyelands sono un sestetto al proprio debutto, se non vogliamo
considerare l’EP realizzato nel 2007 dal titolo Can’t
Hide Away”. La band si forma nel 2003 e si esibisce in un genere
miscelato fra Metal, Power Metal, AOR ed Hard Rock. Il punto di forza
della band risiede nelle buone melodie, specialmente nelle linee vocali
e negli arrangiamenti.
“Rooms Of Revelation” è composto da nove tracce
ed in esso si tratta di amori, , più che altro di ciò
che questi comportano nella mente dell’uomo, a volte (per fortuna
raramente) possono portare addirittura alla schizofrenia. Ecco dunque
le stanze della mente, infatti i brani, escluso l’intro dal
titolo “Entering”, si intitolano tutti “Room”
e vanno da “Room 1” a “Room 9”.
Ma parliamo di musica, quella che in fondo ci interessa di più,
la linea vocale che giunge quasi subito in “Room 1” presenta
Nikola Mijc come un buon interprete, con una timbrica pulita, melodiosa
e malleabile a seconda delle necessità, buon cantante che riesce
ad emozionare senza strafare. La band si muove in maniera compatta,
tanto da non sembrare al proprio debutto, il tutto con poche sbavature.
Buoni gli assolo di chitarra di Andreàs Adàm Horvàth
e Gergely Sprinter, sopra il suono a tratti pomposo ed in altri casi
neoclassico sinfonico delle tastiere di Zoltàn Kas. La ritmica
composta da Gergely Sprinter (basso) e da Omar Gassama (batteria)
è precisa anche se personalmente il suono del basso lo avrei
evidenziato di più nel volume e nella corposità. “Room
2” è al confine fra Dream Theater anni ’90 e Hard
Rock melodico, quindi qui entrano in gioco le melodie ruffiane e soprattutto
un ritornello quantomeno memorizzabile. I Dreyelands riescono a comporre
musica di buona fattura, anche se miscelare del Metal Prog a dell’AOR
si rischia di non accontentare nessuno dei due estimatori del genere.
Ma non esulano passaggi davvero interessanti, tanto da farci muovere
il piede incondizionatamente. Il frangente centrale di “Room
3” è godibilissimo, con ritmica spezzata e chitarre a
rasoio, piacevole anche nell’intervento delle tastiere. “Room
5” è il mio pezzo preferito, in quanto le atmosfere più
scure ben si addicono a questa band. Bella anche “Room 6”,
pianistica e toccante all’inizio, dove la voce di Nikola ancora
una volta riesce ad emozionare. “Room 7” con i suoi otto
minuti si addentra nel Metal Prog più classico e qui forse
si ripetono certe soluzioni gia adoperate nei brani precedenti.
In definitiva “Rooms Of Revelation” è un bel disco,
forse non troppo curato nei particolari, ma stiamo sempre parlando
di un debutto, con l’unica pecca di ristagnare su certi passaggi
inflazionati. Un lavoro onesto e sicuramente sopra la media di questi
prodotti, per cui il loro nome è segnato nel mio taccuino e
li aspetto piacevolmente alle prossime realizzazioni. MS
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