Quanti
gruppi ci hanno lasciato piccole testimonianze, un solo album o poco
più, ma di grande valore e poi sono scomparsi? Molti, forse
troppi, ma è sempre un piacere poterne scoprire qualcuno, così
da dare un postumo riconoscimento a questi artisti che qualcuno definisce
“sfortunati”. Dei Dschinn non si sa quasi nulla, sono
tedeschi e hanno fatto parte della cosidetta scena Krautrock, un movimento
localizzato in Germania che si è contraddistinto per creatività
e originalità, anzi si può dire che sia stato uno dei
più sperimentali ed ha avuto una propria evoluzione.
Il sound di questa band è prettamente hard rock, anche se non
mancano spunti progressivi, ma io ritengo che i secondi siano più
dovuti ad una sana voglia di non conformarsi, piuttosto che il voler
far parte del movimento prog stesso. Già l’opener “Freedom”
chiarisce gli intenti artistici di questa band, le chitarre sono taglienti
e acide, la sezione ritmica è molto creativa con ottimi contrappunti
di basso e il cantato è ruvido, come spesso era per cantanti
della scena tedesca, grande heavy rock. Molto più dark è
la successiva “Fortune”, che evoca molti spettri, le dinamiche
sono altamente godibili, anche se il sound è decisamente datato.
Con “I’m in Love” il baricentro si sposta su un
blues potenziato di buon effetto, molto dinamica la batteria, mentre
la chitarra appena può si lancia in grandi fughe soliste. A
sorpresa con “Train” si cambia registro e una armonica
a bocca ci catapulta in un blues psichedelico molto sessantiano. “Let’s
Go Together” invece è giocata su ritmi tribali, quasi
latin, belle le linee vocali. “Smile of the Devil” è
una ballad delicata più vicina al prog, ma nei primi anni ’70
era normale trovare brani di questo tipo. Con la successiva “I
Wanna Know” si torna ad un hard rock seminale e diretto, meno
convincente la seguente “Are You Ready” che si muove sulle
stesse coordinate, anche se in chiusura presenta un bel solo di basso
seguito da uno di chitarra, purtroppo durano poco. Il disco si chiude
con la trascurabile “For Your Love”, che comunque non
inficia il bilancio molto positivo di tutto l’album.
Un gran disco dimenticato di vero hard rock, certo sul mercato negli
stessi anni c’erano già dischi capolavoro e questo non
è proprio così epocale, ma se avete nostalgia di come
si suonava in quegli anni questo disco vi piacerà assai. GB
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