Scrivere un album in appena 15 giorni di tempo tra le 200 date di
concerti che il gruppo sta facendo in tutto il mondo non deve essere
stato per niente facile, ma è comunque stato possibile. “Scrivevamo
due o tre canzoni al giorno e di notte ci chiamavamo e ci lasciavamo
le idee per il giorno dopo”, dice Mike Tubbs, cantante e chitarrista
del quartetto americano.
Come sarà allora un album prodotto in così breve tempo?
Scarso, poche idee e confuso… e invece no!! E’ un gran
lavoro quello degli East West che dimostra come in queste famose due
settimane siano usciti tutto il valore e le potenzialità di
questa band il cui singolo “For Every Wish” è giunto
addirittura al numero 1 delle R&R charts americane.
Musicalmente c’è molto Korn in questo album come si può
sentire in “Brutally Wrong” e in “Murderer”,
c’è un po’ di Tool (“Seven”), un po’
Deftones, molta melodia, melanconia e molta “speranza nell’angoscia”
come dice il titolo dell’album. “Allora i miracoli accadono
ancora”, penserete, “un ottimo album in sole due settimane!”
E invece no, perché c’è qualcosa che non va: è
la produzione. Forse mi sono abituato troppo bene con le uscite Roadrunner
che sono in grado di trasformare un normale gruppetto in una potente
ed esplosiva macchina da metal-battaglia, cosa che sicuramente non
è successa con questo lavoro.
Fin dalle primissime note si può rimanere sorpresi dalla confusione
che provocano le chitarre ed il basso. Forse il buon vecchio Dennis
MacKay è rimasto indietro alle sue vecchie produzioni di Judas
Priest e David Bowie. E’ veramente un peccato che un buon lavoro
come questo venga penalizzato dalla registrazione la quale anziché
essere punto di forza (soprattutto in un genere come questo in cui
la qualità dell’impatto del muro sonoro è importantissima)
diventi il tallone di Achille di quella che poteva essere la migliore
uscita Christian-metal dell’anno. MP
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