Molti di voi storceranno il naso di fronte ad un lavoro del genere
reputandolo datato soprattutto a causa del suono che effettivamente
non ha retto l’usura del tempo, ma non si può fare a
meno di questo trio che per la prima volta propone un connubio basso-batteria-tastiere
all’attenzione del grande pubblico.
La chitarra, pur se raramente, appare grazie al bassista Greg Lake
(King Crimson) ma la sua assenza comunque non si fa sentire e questo
è il merito dell’immenso lavoro tastieristico di Keith
Emerson. Una cascata di tasti d’avorio ci coglie dunque all’ascolto
di questo disco che al suo interno contiene la famosa suite “Tarkus”.
Essa viene concepita da Emerson durante il tour del 1970 ed alla fine
dello stesso, l’idea viene sviluppata al meglio in casa sua.
L’argomento riguarda la guerra (Vietnam?) ed il famoso Armadillo
disegnato da William Neal della cover a forma di carro armato (Tarkus)
è li a dimostrarlo immerso nel fondale color arcobaleno, evidente
segno di pace. Nella introduzione della suite dal titolo “Eruption”
si possono intuire le influenze jazzistiche e l’amore di Emerson
per Frank Zappa e questo in futuro sarà confessato candidamente.
Vulcani in eruzione, battaglie fra mostri a forma di Porcospino con
coda da scorpione (Manticore), Ptneranodonti bombardieri, insomma
la fantasia dei testi di Lake pregni di allegorie “politiche”
accompagnano tutto il lato a del disco. Il pubblico di allora sembra
gradire regalando al trio il primo posto nelle classifiche Inglesi.
Lo stile classicheggiante è comunque la spina dorsale del colosso
musicale il quale da il meglio di se nel primo lato, nel secondo troviamo
canzoni si simpatiche ma nulla più di banali motivi a tratti
privi di fantasia. Degli EL&P si possono tranquillamente acquistare
pure il disco d’esordio dal titolo “Emerson Lake &
Palmer” (Island-1970) ed il meraviglioso “ Trilogy”
(Island-1972), sicuramente pane per i denti degli amanti del classicismo,
delle tastiere e del sinfonico. In seguito comporranno altri buoni
lavori come ad esempio “Brain Salad Surgery” (Manticore-1973)
od i sufficienti “Works vol.1 & 2” ma a noi piace
ricordarli più cervellotici, più impegnati anche se
sicuramente anacronistici.
La Sanctuary oggi ha ristampato e rimasterizzato tutti i dischi degli
inglesi avvicinandoceli con un prezzo sicuramente più disponibile,
approfittiamone e godiamo al meglio l’evolversi del Progressive
il quale passa pure in questa strada. MS
Altre recensioni: Live in Poland; The
Anthology
|