Gli ELP sono stati uno dei gruppi che ha meglio incarnato il tentativo
di dare al rock una veste colta. Nei salotti importanti, dove si discuteva
di musica a livelli alti (l’ironia è d’obbligo),
il rock veniva deriso e considerato come una forma d’espressione
riduttiva, quasi primordiale. Di conseguenza molti musicisti cominciarono
a sentire l’esigenza di dimostrare che il rock rappresentava
una musica che poteva esprimere alti livelli artistici. Ci provarono
in molti, dai Procol Harum ai Deep Purple, dai Nice ai Jethro Tull,
con citazioni colte e partiture spesso carpite, talvolta anche furbescamente,
dalla musica classica. In questo contesto sono emersi con prepotenza
gli ELP, considerati il primo supergruppo rock. Keith Emerson, Greg
Lake e Carl Palmer erano fra i musicisti rock più preparati
e così hanno dato vita ad una serie di album pieni zeppi di
virtuosismi e di partiture ardite. Rock sinfonico, pomposo, teatrale,
magniloquente, suonato da tre soli musicisti, ma che sembravano una
piccola orchestra.
Questa antologia in tre cd raccoglie una bella fetta della loro produzione,
compresi gli ultimi album, anche non sono stati particolarmente amati.
Esclusi invece i due tentativi di riformare la band con altri membri,
Cozy Powell (Emerson Lake & Powell) e Robert Berry (Emerson Berry
& Palmer), credo giustamente, anche perché in fondo rappresentavano
entrambe un’altra band. Quindi troviamo alcuni dei momenti più
affascinanti della loro produzione, trentanove brani, alcuni in versione
live, che ancora oggi regalano forti emozioni. Ovviamente per un gruppo
di questa importanza sarebbe consigliabile accostarsi all’intera
discografia, ma questo triplo album è un ottimo compendio,
che sicuramente vi farà venire voglia di procurarvi anche gli
altri titoli. La cosa che mi ha impressionato di più è
sentire come questa musica sia ancora di grande attualità.
Certo si è trattato di un progetto molto ambizioso, forse troppo,
infatti il prog ha toccato dei vertici che in qualche modo sono diventati
anche un limite, ma qui ci sono delle pagine di musica sublime, che
merita di essere scoperta dai più giovani e riscoperta da chi
forse è un po’ di tempo che non li ascolta più.
Purtroppo come saprete Emerson ci ha lasciati e questa antologia potrebbe
essere un bel modo per celebrarne il ricordo senza falsi sentimentalismi.
GB
Altre recensioni: Live in Poland; Tarkus
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