Rock Impressions

La Fabbrica dell'Assoluto - 1984 L'Ultimo Uomo d'Europa LA FABBRICA DELL'ASSOLUTO
1984 L'Ultimo Uomo d'Europa
Black Widow Records
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Prog
Support: CD - 2015


Debutto discografico per questa band romana, formatasi nel 2007, ma che solo recentemente ha trovato una propria stabilità. Il nucleo principale è composto dal chitarrista Daniele Sopranzi, dal batterista Michele Ricciardi e dal bassista Marco Piloni, a questi si sono aggiunti col tempo Daniele Fuligni alle tastiere e Claudio Cassio alla voce. Il nome del gruppo è anche il titolo di un romanzo di fantascienza pubblicato in Italia nel 1984, ma il titolo dell’album si ispira al capolavoro di Orwell, uno dei romanzi più visionari e profetici della letteratura contemporanea.

La band propone un prog fortemente settantiano, non solo per le tessiture musicali, ma anche per la scelta della strumentazione, degli arrangiamenti e delle tecniche di registrazione, con rimandi a gruppi come Banco, Orme e Cervello, con testi in italiano, quindi si rinnova in loro la migliore tradizione del prog tricolore. Il loro sound è un mix di rock sinfonico e psichedelia con qualche pennellata dark rock, con un buon tasso tecnico e con un amalgama convincente. Unico neo se vogliamo è l’atteggiamento fortemente retrò che si respira lungo l’ascolto di questo particolare album, anche se questo aspetto per molti potrebbe sembrare la carta vincente della band. In altre parole un moderno classico del genere, che si inserisce alla perfezione nella lunga tradizione nostrana. I brani sono ben amalgamati e ci sono dei passaggi musicali notevoli, mentre l’integrazione dei testi con le musiche riflette le difficoltà che il nostro idioma ha sempre incontrato col prog rock. Però un po’ per i temi trattati, che sono sempre più attuali e un po’ per una vena poetica propria della band, il tutto si fa apprezzare ascolto dopo ascolto.

La cover del cd mi ha ricordato gli “uomini grigi” di Momo di Michael Ende, ma in realtà è solo una coincidenza, però è inquietante come il tema trattato e oggi è sempre più attuale far riflettere sulla manipolazione attraverso i mass media. Un disco che si inserisce di diritto nella migliore tradizione del prog italiano e non solo. GB




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