Siete
disposti a subirvi quarantatre minuti di assalto sonoro con doppia
cassa, growling e chitarre come zanzare? Bene, allora i Farsot sapranno
come accontentarvi, altrimenti abbandonate qui la recensione. Con
questo album dal titolo “IIII” la band tedesca esce allo
scoperto e si mostra al grande pubblico, questo grazie anche all’attenzione
della lupus Lunge, casa dedita a sonorità Black metal e talent
scout. In effetti i Farsot non sembrano davvero al debutto, si muovono
come una band navigata e nell’oscurità ci aggrediscono
alle spalle, fino a dilaniarci!
“Thematik:Hass” apre il disco in modo convenzionale, mentre
la spaventosa “Hass-Angst” ci introduce con terrore verso
“Thematik:Angst”. C’è alternanza fra violenza
e pacatezza, anche se quest’ultima in maniera decisamente più
limitata.
La sofferenza del cantato è lacerante in molti passaggi malati
e disturbati, oserei definirli bestiali, ma che rendono perfettamente
l’idea del concept. La fantasia non è che sia l’arma
vincente dei Farsot, ma qualche passaggio interessante lo si scorge,
come nell’idea di intramezzare i brani “Thematik”
(sono quattro), con altrettanti preludi sonori non musicali. Interessante
e variegato “Thematik:Tod”, ma il culmine si raggiunge
nei ventuno minuti della conclusiva “Thematik:Trauer”.
Questa è una suite Black Metal da paura, con vaghi riferimenti
ai Celtic Frost e tanta, tanta oscurità.
Nel complesso i Farsot hanno realizzato un buon album, nei canoni
del genere, senza strafare ma anche senza commettere troppi errori
del cosiddetto “principiante”. L’ascolto scivola
senza troppi problemi e questo è sicuramente un punto a favore.
Il secondo è la produzione, buona con tanto di strumenti ben
distinguibili. In tanto dolore e sofferenza che questo mondo ci propina,
i Farsot sono un aggravante, se vi piace tutto ciò fateci un
pensiero e avrete di che ascoltare. Visoni oscure! MS
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