Nati su impulso del cantante Andrea Zamboni e del batterista Nicolò
Dalla Valentina verso il 2011, i Fatal Destiny impiegano alcuni anni
per assestarsi e questo è il loro disco di debutto. Completano
la formazione il chitarrista Riccardo Castelletti e il bassista Filippo
Zamboni, mentre le tastiere sono suonate da Alessandro Bertoni in
veste di ospite.
La band propone un prog metal molto melodico e vivace, con l’intento
di dar vita ad un sound attuale e personale, anche se parte dai classici
stilemi del genere. Un intro dardeggiante con tanto di campana apre
il cd, il primo vero brano è “Beyond Dreams”, che
segue senza soluzione di continuità. Emergono subito gli intenti
melodici dei nostri, una grande preparazione tecnica e anche un ottimo
songwriting, sembra che il gruppo abbia già le carte in regola
per potersi rivolgere ad un panorama più ampio di quello nazionale.
Abbondanti cambi di tempo e passaggi carichi di virtuosismi, sembra
proprio che i Fatal Destiny brucino dalla voglia di mostrare tutte
le proprie qualità. “Leave Me Here” è ancora
più determinata, il tema portante è davvero bello, anche
se alcuni passaggi tecnici mi sono sembrati un po’ ridondanti,
però la band ha molto da dire. “The Gate of Time”
è un po’ più cattiva pur non rinunciando al lato
melodico e funziona molto bene. Con “Feel Alone” i nostri
si cimentano con una ballata semiacustica, ancora una volta mostrano
di saperci fare, anche se poi il brano prende quota e perde le caratteristiche
iniziali. “Dear Amy” è uno dei brani che unisce
al meglio i vari elementi espressi in precedenza. Convince anche “Human
Factory”, nonostante qualche passaggio ritmico non fluido, ha
una complessità che piace e fa pensare quasi che le cose migliori
siano state messe alla fine. Chiude un outro ancora abbastanza dark,
con un padre nostro recitato in modo poco rassicurante.
Questo primo vagito dei Fatal Destiny fa ben sperare e la Andromeda
Relix ultimamente sembra proprio aver imboccato una strada di produzioni
sempre più interessanti. GB
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