Ecco un’altra interessante band che viene dall’estremo
nord col suo second album, una terra che probabilmente non smetterà
più di sorprenderci per la sua fertilità. I norvegesi
Fatal Fusion sono un classico quintetto e nascono nel 2008 con membri
provenienti da diverse formazioni, il disco di debutto arriva nel
2010 e viene accolto molto bene, un disco autoprodotto dal titolo
Land of the Sun, il resto è una storia ancora tutta da scrivere.
Il presente disco è composto da solo cinque tracce, tre delle
quali superano i quattordici minuti e le altre due comunque si aggirano
sui nove ciascuna, quindi è come se fossero cinque suites dove
troviamo tutti gli elementi del prog sinfonico con forte matrice hard
rock, quindi ci sono richiami ai Deep Purple, ma anche ai Camel, ai
Led Zeppelin, ai Pink Floyd, insomma a tutto il grande rock dei seventies,
che viene qui esaltato in una formula non troppo originale, ma sempre
efficace. Difficile fare un resoconto dettagliato di quanto ascoltato,
i musicisti sono tutti dotati di una buona preparazione tecnica, ma
ci mettono tanta anima nel suonare e risultano convincenti. La struttura
epica dei loro brani rende molto intrigante e teatrale il progetto,
si apprezza il songwriting e il gusto per il racconto. La voce non
è esaltante, ma nel contesto ci può anche stare, diciamo
che non è un punto di forza della band. Ma le parti strumentali
sono di gran lunga l’aspetto su cui si concentra l’attenzione
dell’ascoltatore e qui di carne al fuoco ce n’è
davvero tanta. I brani sono tutti piuttosto in linea e il disco è
omogeneo, ci sono momenti esaltanti come “The Divine Comedy”,
anche se il riff portante ricorda molto proprio i Deep Purple di Perfect
Stranger, ma a volte si può perdonare un eccesso di affetto.
Di certo questi norvegesi ci sanno fare, però dovranno trovare
un sound più personale per lasciare il segno, hanno tutte le
doti per farcela, gli serve tanta costanza e la voglia di crederci
e potrebbero anche entrare nel novero dei grandi, in fondo tutti (anche
Deep Purple e Led Zeppelin inclusi) si sono ispirati più o
meno a qualcuno, la cosa importante è poi trovare un proprio
stile. GB
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