Nei due anni intercorsi dal precedente debut album "Rise",
il leader dei F.E.A.S.T. Fabri Kiareli (vc, ch) è stato impegnato
nel promuovere il disco con oltre cento concerti nel Nord Italia e
in due progetti legati a nomi storici del panorama prog rock nostrano,
ovvero i tributi a The Trip e UT. Ora Fabri torna con undici nuove
composizioni più la cover di "Dancing To The Rhythm"
scritta da Stevie Wonder.
La band suona un vigoroso heavy rock anglo-americano senza risparmiare
sè stesso e neppure i fidati Luke Ballabio (ch), Angel Perini
(bs) e Mao Granata (bt), come esplicato sin dall'incalzante opener
"Strong, Wild And Free" che alle mie orecchie suona come
se i Blue Murder avessero assoldato un Ray Gillen (Black Sabbath,
Badlands) più afono al microfono, per un risultato finale cui
un ritmo meno serrato nel refrain avrebbe dato (a mio sindacalissimo
parere) maggior efficacia, e sempre su coordinate gravitanti intorno
ai Whitesnake post "1987" si colloca "Pleasure And
Pain", con Fabri intento ad evocare lo stile vocale di Coverdale,
e sempre nell'hard rock melodico fine anni ottanta si muove la più
heavy "Heart And Soul" che prende in prestito gli stili
di Dokken e Y&T, mentre "Rock 'n' Roll Flame" un pò
a (mia) sorpresa vira verso l'AOR più muscoloso con qualche
riferimento ai Giant ed un refrain in puro 'arena style'.
Un pò di omaggi piuttosto evidenti a bands famose non mancano
e li ritrovo soprattutto in "Hard Rocking Man", che mescola
il semplice quanto efficace riffing degli Ac/Dc con l'istintiva anthemicità
degli Y&T, e "Tell Me You're Ready", affine al classico
songwriting di UFO e MSG, inserendo in mezzo le sonorità più
easy dell'orecchiabile "Gonna Fly".
"It's Not The Same" è una delle migliori e più
riuscite canzoni del lotto, buon class metal di stampo americano impreziosito
da un refrain di grande presa, mentre non mi ha convinto l'urgenza
di "How Long" che finisce col penalizzare un buon impianto
melodico. Dopo tanta foga arriva "A Million Years", delicato
lento melodico con pianoforte e tastiere a dare un grosso contributo
alla buona riuscita del brano che osserva tutti gli standards richiesti
da questo tipo di brano.
Ben riuscita l'interpretazione in chiave hard rock della citata "Dancing
To The Rhythm" di Stevie Wonder e mi sento di premiare l'insolita
scelta per una cover, così come i F.E.A.S.T. se la cavano egregiamente
cogli otto minuti di "Children Of Beslan", prog-metal reminescente
dei Savatage.
Concludendo, "SWAF" è un lavoro tutto sommato piacevole
anche se il tiro (a mio modestissimo parere) non è sempre ben
calibrato e troppe sono le citazioni di altri artisti. Pregevole la
prestazione strumentale e vocale della band, per cui mi sento di pretendere
qualcosa di più da questi rockers nostrani. ABe
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