I Feindflug sono unici. Peculiare è il loro approccio severamente
razionale a tematiche difficili, come incomparabile è il loro
suono, glaciale, spietato, chirurgico.
"Volk und Armee" viene introdotto da "Einmarsch",
una traccia destabilizzante, ossessiva, che si apre alla successiva
ed inquietante "Standgericht"; nulla è lasciato al
caso, ogni beat segue una precisa logica, possiede una sua specifica
ragion d'essere. Essenziali e rigorosissimi, i Feindflug manifestano
sentimenti forti di condanna, riallacciandosi a quanto precedentemente
espresso col loro debut "Feindflug (4.V.)". Innalzano architetture
sonike austere, dallo stile netto e perfettamente identificabile.
Lo abbiamo puntualizzato in apertura, lo ripetiamo ora, i Feindflug
sono unici. Ed i tre anni trascorsi dal precedente "Hirnschlacht"
hanno generato profitti indiscutibili. Solo loro paiono in grado di
affermare con misurata compostezza argomentazioni così tragiche
e pressanti. Le tracce si susseguono martellanti, spogliate di qualsisia
inutile orpello, ridotte all'essenza stessa del primordiale electro-industrial.
Anche tetre ballate di morte, come la greve "AK47", o brevi
intro come "Leere Graeben" sono dotate di una forte carica
che scuote, turba l'ascoltatore, liberando in lui un forte senso critico.
"Volk und Armee" non è solo una ipnotica e devastante
sequela di battiti violenti; è evidente l'urgenza di far riflettere,
di trattenere i propri pensieri, di metabolizzare quanto la Storia
ci ha insegnato. Non per nulla, brevi barlumi di melodia si intravvedono
solo nella bonus "TSFKS" (curata da Bluthund); perchè
infine la Speranza sopravvive. AM
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