La
musica italiana è uno dei più strani fenomeni culturali
su cui poter dibattere. Il cantautoriato deve avere sia il giusto
feeling con l'armonia che con il testo, il tutto a favore di ritornelli
spesso ruffiani e carta carbone. Si parla spesso di amore e di ciò
che gira attorno al sentimento, più o meno con adeguata fantasia.
Questa non è la maggioranza di chi si espone in questo genere,
intendiamoci, ma sembra una regola alla quale anche il pubblico usufruitore
è legato. Perchè esordisco questa mia analisi del disco
"Goccia Dopo Goccia" dicendo che la musica italiana è
uno strano fenomeno è presto detto, semplicemente perchè
quando in quella regola si vanno ad infiltrare sonorità più
ricercate, oppure un testo più ficcante, il giocattolo sembra
rompersi.
Ecco che esce allo scoperto il termine "impegnato", quello
che se te lo cuciono addosso poi è come il campanello del lebbroso.
Francesco Ferrazzo è differente, riesce a dosare con gusto
ed intelligenza tutti gli ingredienti nominati, riuscendo a comporre
musica calda, coinvolgente e da cantare. Il cantautore di Verbania
studia pianoforte sin da piccolo e suona negli anni in svariati gruppi
Pop Rock, per poi collaborare anche con la cantautrice Luisa Parrelli.
La critica lo incontra nel 2001 e nel 2002 fra il Festival Premio
Di Recanati ed il Premio Lunezia 2002, mentre nel 2005 è la
volta della partecipazione al Premio De Andrè, il tutto sempre
giungendo alla semifinale. "Goccia Dopo Goccia" ha una lunga
gestazione, di ben tre anni e comprende sette composizioni scritte
nel corso di dieci anni.
"Guardarsi Dentro" è il primo brano e sfoggia sin
da subito la capacità di Ferrazzo nel saper congiungere la
musica con il testo in maniera equilibrata, dove l'uno sembra non
poter fare a meno dell'altro per la giusta riuscita. Facile in certi
versi accostarlo al primo Daniele Silvestri. Un ritornello semplice
e ficcante esalta il movimento sonoro, che nella sua semplicità
va comunque a ricercare anche un lato psichedelico non invadente.
La title track è dolce e malinconica, con la voce calda di
Ferrazzo rovistatrice dei pentagrammi di Ivano Fossati. "A Testa
In Giù" esalta maggiormente la personalità dell'artista,
ancora una volta legato alla melodia quasi sussurrata, alternato ad
un vivace ritornello. Buono il solo di chitarra finale, degno suggello
del brano. "Di Cosa Ha Bisogno La Gente" osa di più,
anche nei testi. Scanzonata ed ironica è supportata da una
ritmica più presente. "Stai Sereno" è semplice,
in perfetto stile cantautoriale anni '70/80. Per ascoltare il lato
più intimo di Francesco, bisogna giungere a "Tranne Che
A Te", bel connubio voce e piano, che si evolve con delicatezza.
Chiude l'album il breve "Departure", strumentale toccante
e fugace.
"Goccia Dopo Goccia" ci presenta un nuovo artista a cui
non serve gridare ne sparare effetti speciali per attirare l'attenzione
di chi ascolta e di questi tempi non mi sembra una cosa da poco. Impegnato?
Niente paura, piuttosto sincero e sintetico, il giusto che serve per
emozionare. Dategli una possibilità perché lo merita.
MS
Sito Web |