Questa
band viene dal lontano Venezuela, patria anche dei grandi Tempano,
ed è in attività dal oltre venticinque anni, infatti,
il materiale raccolto in questo CD (che, a quanto ne so, è
di debutto) va dal 79 all'86, con due sole tracce nuove.
I brani, però, sono stati registrati di fresco e presentano
un prog sinfonico settantiano, molto vicino alla fusion: ascoltate
"Horizontes Infinitos". In linea con la fusion, i tre musicisti
coinvolti in questa band sfoggiano grandi doti tecniche, tutte da
godere, ma il cantato è decisamente poco piacevole, con linee
melodiche molto vicine al folk sudamericano e che faticano ad integrarsi
con la musica, almeno per i miei gusti. Per il resto devo dire che
il risultato complessivo è piuttosto originale e il gruppo
cerca di mettere nella sua musica le influenze più disparate,
proponendo addirittura inserti rap di una certa efficacia nel brano
"Noche en la Gran Ciudad". L'intento, ovviamente, è
quello di sperimentare strade nuove allargando gli orrizzonti di un
genere a rischio di involuzione, ma a volte è preferibile la
tradizione ad esperimenti eccessivamente arditi. Infatti, il gruppo
riesce meglio in brani "classici" come nella complessa ed
avvincente "Pasiones", nella psichedelica e spaziale "No
Es Contigo" o nella strumentale "Picacho de Galipan".
Un album minore, ma con molti spunti interessanti. GB
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