Rock Impressions

La Figlia dell'Incendiario

LA FIGLIA DELL'INCENDIARIO
La Figlia dell'Incendiario
SG Records / 7 Hard
Distribuzione italiana: si
Genere: Alternative Rock
Support: CD - 2010


Il Rock spesso si limita a divertire o semplicemente a far scaricare tossine. E’ sudore, è voglia di dire la propria, un viatico per manifestare certe ideologie e molto altro ancora. C’è una branca di esso che viaggia parallela a quello che noi consideriamo il Progressive Rock, ossia il lato più “colto” di questo sistema musicale, l’Alternative Rock. Qui risiedono band che si sforzano a non essere banali, coloro che pur non basandosi su sinfonie, influenze Jazz, tentano di dire qualcosa di profondo e lo propongono in maniera non convenzionale. Come potrete vedere anche dal nome della band, c’è un legame con il cordone ombelicale degli anni ’70, pur essendo la proposta dei La Figlia Dell’Incendiario nettamente avanzata e differente. Si formano nel 2006 a Treviso come trio e dopo svariate esperienze live ed una defezione , li troviamo oggi al debutto con la formazione a quattro elementi, composta da Luca Barichello (Voce e tastiere), Stefano Cecchetto (Chitarra), Giampaolo Rigon (Basso) ed Alberto Soligo (Batteria).

I testi cantati in italiano sono per certi versi impegnati, si ascoltano con attenzione fra doppi sensi e visioni. Si parla dell’animo umano, di sogni, di incubi che a volte prendono spunto dall’arte ed anche da storie fantastiche. Molta carne al fuoco dunque, a partire da “Stramonio”, un Rock nervoso ed elettrico, che comunque descrive situazioni noire, aiutandosi anche con buone coralità vocali. Scariche al limite del Metal si alternano a fasi più riflessive ed introverse. “Torri Spirali” gioca su suoni e sensazioni che hanno dell’oscuro, miscelando ogni tipo di sensazioni, lasciando l’ascoltatore colpito e concentrato. E’ in questo frangente che il Progressive Rock, inteso come sperimentazione, cerca di fare capolino. Loop psichedelici, Delay e Flanger rendono l’ascolto più vibrante e per certi aspetti anche più condito, quello che differenzia il suono dal Rock convenzionale. Non esulano passaggi più rilassati, come il bellissimo arpeggio di “Sinfonia” o di “Falene”, mentre molta ricerca strutturale la riscontro in “12”. Il brano che preferisco è comunque il conclusivo “Skeletro New”, esplosivo connubio di quanto detto sino ad ora e mette in evidenza una band che comunque si ritrova bene e pulsa all’unisono.

Secondo il mio punto di vista, la band deve percorrere questi territori meno calpestati, in quanto chi vuole fare dell’Alternative Rock, spesso cade in quelle ricette che oramai cominciano a sapere di stantio. La Figlia Dell’Incendiario hanno buone capacità e idee, che spero in futuro vengano ancora migliorate, perché hanno molta farina del proprio sacco e sono sicuro che sapranno adoperarla al meglio. MS


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