Il Rock spesso si limita a divertire o semplicemente a far scaricare
tossine. E’ sudore, è voglia di dire la propria, un viatico
per manifestare certe ideologie e molto altro ancora. C’è
una branca di esso che viaggia parallela a quello che noi consideriamo
il Progressive Rock, ossia il lato più “colto”
di questo sistema musicale, l’Alternative Rock. Qui risiedono
band che si sforzano a non essere banali, coloro che pur non basandosi
su sinfonie, influenze Jazz, tentano di dire qualcosa di profondo
e lo propongono in maniera non convenzionale. Come potrete vedere
anche dal nome della band, c’è un legame con il cordone
ombelicale degli anni ’70, pur essendo la proposta dei La Figlia
Dell’Incendiario nettamente avanzata e differente. Si formano
nel 2006 a Treviso come trio e dopo svariate esperienze live ed una
defezione , li troviamo oggi al debutto con la formazione a quattro
elementi, composta da Luca Barichello (Voce e tastiere), Stefano Cecchetto
(Chitarra), Giampaolo Rigon (Basso) ed Alberto Soligo (Batteria).
I testi cantati in italiano sono per certi versi impegnati, si ascoltano
con attenzione fra doppi sensi e visioni. Si parla dell’animo
umano, di sogni, di incubi che a volte prendono spunto dall’arte
ed anche da storie fantastiche. Molta carne al fuoco dunque, a partire
da “Stramonio”, un Rock nervoso ed elettrico, che comunque
descrive situazioni noire, aiutandosi anche con buone coralità
vocali. Scariche al limite del Metal si alternano a fasi più
riflessive ed introverse. “Torri Spirali” gioca su suoni
e sensazioni che hanno dell’oscuro, miscelando ogni tipo di
sensazioni, lasciando l’ascoltatore colpito e concentrato. E’
in questo frangente che il Progressive Rock, inteso come sperimentazione,
cerca di fare capolino. Loop psichedelici, Delay e Flanger rendono
l’ascolto più vibrante e per certi aspetti anche più
condito, quello che differenzia il suono dal Rock convenzionale. Non
esulano passaggi più rilassati, come il bellissimo arpeggio
di “Sinfonia” o di “Falene”, mentre molta
ricerca strutturale la riscontro in “12”. Il brano che
preferisco è comunque il conclusivo “Skeletro New”,
esplosivo connubio di quanto detto sino ad ora e mette in evidenza
una band che comunque si ritrova bene e pulsa all’unisono.
Secondo il mio punto di vista, la band deve percorrere questi territori
meno calpestati, in quanto chi vuole fare dell’Alternative Rock,
spesso cade in quelle ricette che oramai cominciano a sapere di stantio.
La Figlia Dell’Incendiario hanno buone capacità e idee,
che spero in futuro vengano ancora migliorate, perché hanno
molta farina del proprio sacco e sono sicuro che sapranno adoperarla
al meglio. MS
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