Rock Impressions

Dino Fiorenza - It's Important DINO FIORENZA - It's Important
Fog Production
Distribuzione italiana: si
Genere: Virtuoso
Support: CD - 2010


Dino Fiorenza è un bassista virtuoso, il suo nome ha cominciato a farsi notare giovanissimo al fianco di Maurizio Solieri, poi dopo aver fatto parte del cast di Jesus Christ Superstar nel 2000 ha iniziato un’escalation, che lo ha portato a suonare con nomi di primo piano a livello internazionale, come Steve Vai, Paul Gilbert, Slash, Yngwie Malmsteen, Zack Wilde, Simon Phillips, Jennifer Batten, Mistheria, tanto per fare alcuni esempi, alcuni dei quali sono presenti in questo suo disco solista.

It’s Important è un album strumentale straripante di virtuosismi, le intenzioni sono subito chiare,il brano d’apertura ha un titolo inequivocabile, “Tap This Bass” e mentre Dino si esprime a livelli disumani, il chitarrista Fabrizio Leo si lancia in assoli spericolati e sono scintille, mentre nella parte centrale troviamo un lungo assolo di basso da far impallidire, anche il lavoro di batteria di Gaetano Nicolosi, presente in tutti i brani, è commisurato allo sforzo tecnico degli altri musicisti. Non ci si riposa ed ecco una seconda scarica di note con “Devil Go”, questa volta alla chitarra troviamo Massimiliano Cona, brano leggermente più heavy del primo, all’insegna di un jazz metal di scuola americana. “Liquid” è tellurica, Fiorenza fa un lavoro di basso mostruoso, mentre il chitarrista Prashant Aswani si produce in solos abbastanza atmosferici. Non voglio perdermi in un track by track, perché quanto detto fin’ora vale anche per i brani a seguire, quello che mi piace è la varietà di situazioni, il disco scorre bene e, anche se è rivolto principalmnete ad un pubblico di appassionati di virtuosismi, si lascia ascoltare abbastanza bene. Da segnalare fra i guest la presenza del tastierista Mistheria (Bruce Dickinson) in quasi tutti i brani, il giovane chitarrista Marco Sfogli (James La Brie), altro talento nazionale in ascesa, Jennifer Batten e Neil Zaza, Dave Martone, ma anche i nomi a me meno noti dei chitarristi Andrea Morucci (gran bell’assolo acustico), Antonio Ferlito, Alessandro Benvenuti, Nino Cardullo e Gianni de Chellis meritano una menzione.

Fa molto piacere vedere che i nostri artisti acquistano sempre maggior spazio a livello internazionale, fa bene alla nostra musica e ci da la possibilità di aprire la strada ad altri talenti di cui il nostro paese è sicuramente ricco. Viva il rock in tricolore. GB

Interviste: 2011


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