Ah
che brutta cosa le mode: il Crossover; il Grunge, lo Stoner, il Punk
Americano e adesso il cosiddetto Post Grunge. Il brutto è che
escono decine di gruppi che cercano di rosicchiare quel poco che c’è
per stare a galla, per ritagliarsi una piccola parte di notorietà.
Ma per fortuna ci pensa il tempo a fare pulizia e a decimare tanti
sedicenti artisti, il guaio è che il tempo non ha mai avuto
spirito artistico, non ha mai capito niente dell’arte ed è
per questo che abbiamo perso per strada tanti meravigliosi compagni
d’avventure (artistiche).
Non avendo la bio non posso dirvi molto di questa nuova creatura,
anche se mi sembra il progetto di un singolo artista, visto che sul
retro del cd è ritratto solo il viso di un ragazzo e questo
promo non presenta la line-up, solo la track list. Comunque il tipo
è fotografato in una posa accattivante (soprattutto per il
pubblico femminile), ma devo ammettere che sul disco mostra una discreta
grinta e anche una certa capacità interpretativa. I riffoni
tutti basso e chitarra, con una batteria essenziale e potente, sono
diretti ed efficaci, anche se non aggiungono niente a quanto i pionieri
di questo genere hanno già proposto.
Si tratta per lo più di un cd che cerca di mediare una buona
dose di appeal commerciale con un’attitudine genuina, anche
se è ancora tutta da verificare. Brani come “I’m
On Your Radio” e “No Fear” sono senza dubbio potenziali
hit. Il lento “Shelter” è abbastanza personale,
con “King of Nothing” si gioca perfino col punk, non ci
sono brani brutti, alcuni sono un po’ più ruffiani di
altri, ma è una colpa veniale.
I Fluid Sol hanno fatto un disco carino ed ecco che torna il riferimento
al tempo, perché solo il suo impietoso passare ci dirà
se ci sarà un posto nella storia del rock per questo moniker,
noi come Siddartha staremo sulla riva del fiume a guardare. GB
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