La
meticolosa Musea Records questa volta va a parare in Olanda. Dopo
gli ottimi Cliffhanger, questa volta sono i For Absent Friends a far
sentire la propria voce. Il quintetto del cantante Hans Van Lint si
forma nel lontano 1988 e da come lascia ben intuire il logo, tratto
dal titolo di un brano dello storico “Nursery Crime”,
sono estimatori dei Genesis e dintorni.
Il Rock progressivo propostoci è melodico, non eccessivamente
impegnato, imperniato su tessuti morbidi, ben coadiuvati da repentini
assolo di chitarra da parte di Edwin Roes. Davvero un buon biglietto
da visita l’opener “Hello World”, il gioco strumentale
è davvero essenziale e ben eseguito. Piccoli interventi elettronici
giocano con la chitarra, tutto si muove con cautela e le tastiere
di Ron Moser sanno ben infarcire il tutto.
“Stick Around”, assieme ai suoi francesismi vocali, è
una canzone senza troppe pretese, ma il sax è davvero una bella
sorpresa. “Call It Chance” ha la stoffa Marillioniana,
sia nell’impostazione vocale che nell’accompagnamento
delle tastiere e della chitarra. E’ un lento gradevole, sicuramente
uno dei momenti più interessanti di “Square 1”.
Ed è proprio la volta della title-track, i For Absent Friends
si caratterizzano per l’elevato approccio emotivo, dedito ad
un Progressive Rock davvero essenziale e melodico. “Wonder”
è l’unico momento di sperimentazione (se così
vogliamo chiamarla), un mix fra Lands End e Marillion, già
sentito e comunque di facile assimilazione. La ritmica sostenuta da
Ed Wernke alla batteria e da Rene Bacchus al basso, è sufficientemente
affiatata, in generale possiamo sostenere che il gruppo viaggia in
buona sintonia.
In parole povere, un lavoro semplice senza alti ne bassi e forse proprio
per questo destinato a restare anonimo. Questo genere musicale ha
degli estimatori davvero esigenti, difficile colpire la loro attenzione
con un lavoro mero ed onesto, serve sicuramente qualcosa di più.
Bel disco, ma mi sento di consigliarlo solamente a coloro che vogliono
avere tutto del New Prog. MS
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