Primo
full length per il progetto di Niclas Frohagen, che nel 2001 aveva
pubblicato il mini cd Where Dreams Turn to Dust. In realtà
l’album è stato scritto a quattro mani con Micce Anderson,
che però ha lasciato il progetto nel 2002, infatti la gestazione
di questo album è durata ben quattro anni.
Il titolo del cd, come quello dei singoli brani, è più
che esplicativo, ci troviamo di fronte ad una proposta particolarmente
oscura e pessimista. Il genere si rifà pesantemente al doom,
ma lo arricchisce di svariate influenze, quasi un crocevia fra gli
apocalittici Death In June e il doom metal dei primi Candlemass.
Il metal viene intrecciato con la musica elettronica e talvolta anche
con la musica folk. Il cantato passa dal recitativo altamente depresso
al growl rallentato con dei giri ipnotici lenti che si ripetono in
modo volutamente ossessivo. La tristezza e la desolazione regnano
sovrane in un sound lento e sofferto come non mai. Cinque titoli lenti
come delle marce funebri che non hanno davvero bisogno di commenti:
“Sleeping Death”; “November Dream”; “Bleak
Dormition”; “Open Wound” e cigliegina sulla torta
“Departure”.
Nonostante mi piaccia questo genere e che la proposta sia in possesso
di alcune idee originali, non sono rimasto particolarmente entusiasta,
perché i brani risultano un po’ noiosi e ripetitivi,
carichi di pathos, ma anche di un malessere senza risposte. Musica
autolesionista da prendere a piccole dosi. GB
|