Nella
discografia di questo gruppo Norvegese ho estrapolato "Power
Structure", disco della effettiva maturazione stilistica. I Fruitcake
sono il progetto del batterista cantante Pal Sovik il quale nel tempo
ha dimostrato di sapersi evolvere anche se le influenze dei Pink Floyd
e dei Genesis sono forse troppo marcate. Il suo cantato è sinceramente
troppo Pinkfloydiano.
Ho parlato di evoluzione perché dopo un esordio imperniato
su situazioni molto grevi e tristi, man mano hanno saputo evolvere
il suono in ambientazioni più Heavy e paradossalmente anche
più Progressive. Dopo un disco d'esordio praticamente introvabile
(salvo aspettarci qualche nuova ristampa) i Norvegesi nel 1994 producono
"How To Make It" (Cyclops), disco di buona caratura tecnica
ma a tratti troppo scontato, essi vogliono essere con questo lavoro
l'alternativa a gruppi come Landberk, Anglagard ed Anekdoten.
Nel 1996 tentano con un cambio formazione (via i due chitarristi per
Jens G. Sverdrup chitarra e Gunnar Bergersen al basso) un mutamento
stilistico marcato verso un ambientazione triste e buia proprio come
la loro terra. Il risultato è stato criticato da molti addetti
ai lavori, io personalmente non scarterei proprio tutto, anzi, ritengo
"Room For Surprise" (Cyclops) denso di emozioni, anche se
capisco la pesantezza dell'intero lavoro. Ci sono giorni comunque
che questo disco può farci tranquillamente da colonna sonora.
1998, ancora un cambio formazione e stilistico, via tutti, la tastierista
e cantante Siri M. Seland e compagnia bella per fare spazio a Helge
Skaarseth alle tastiere, Robert Hauge alla chitarra ed Olav Nygard
al basso e poi di nuovo cambio stilistico per ritornare a quella atmosfere
tanto care ai Genesis. Il risultato si chiama "One More Slice"
(Cyclops). In esso si respira aria meno greve ed il risultato non
può che trarne vantaggio. Lo stesso anno la formazione rimane
pressoché invariata salvo notare l'ingresso della flautista
Nina C. Dahl che contribuisce in maniera notevole al miglioramento
stilistico della band.
E' la volta del bellissimo "Power Structure" (Cyclops) che
consiglio a tutti gli amanti della buona musica di tenere nella vostra
discografia.La chitarra di Robert partorisce assoli di una bellezza
abbagliante così come il Moog ed il Mellotron di Helge e la
nostra mente torna indietro nel tempo, mentre per chi è nuovo
a questi suoni non può fare altro che rimanere colpito, ne
sono sicuro. Con questo "Power Structure" i Fruitcake sono
riusciti non solo a mixare insieme tutte le caratteristiche dei loro
precedenti lavori, ma addirittura a migliorarli. Il suono più
Hard lo troviamo in apertura con "Hold Your Ground", mentre
un ritorno a ritroso è "The River Of The Dog", oppure
riscontriamo i Genesis nella bellissima "Just A Little Bit More
Time". "The Bogeyman (Part2)" è la canzone che
preferisco nella sua semplicità e tristezza. Ottime fughe strumentali
in "Velvet Night" mentre il flauto di Nina fa venire la
pelle d'oca in "Touched By The Fire". Agli amanti dei brani
strumentali i Norvegesi dedicano "This One Will Make Us Rich"
e chiudono questo lavoro con la sognante "Silence Reigns".
In parole povere questi Fruitcake non è che abbiano dato nulla
di nuovo al complesso mondo Progressivo , ma si sono certamente fatti
amare da tutti coloro che apprezzano il genere grazie alla loro "ruffianaggine"sonora
e come un buon vino rosso, con il tempo hanno saputo migliorare. A
volte basta poco per stare bene, senza troppe masturbazioni cerebrali!
MS
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