Alessandro
Serravalle per chi scrive è uno dei maggiori esponenti del
Progressive Rock italiano dagli anni ’90 ad oggi. Assieme ai
suoi Garden Wall ha saputo sempre convincere. Ma non è giusta
questa considerazione, diciamo che ha saputo sempre sorprendere. Ecco,
sorpresa, questa è la parola che un Prog Fans vorrebbe dire
più spesso in quanto nel citare il termine Prog Rock si intende
spesso sinonimo di vecchio….antico. I friulani Garden Wall nella
loro lunga carriera hanno sempre saputo sperimentare con intelligenza,
scalfendo il Metal Progressive. Eclettici, visionari, geniali, destabilizzanti,
tutti questi aggettivi calcano loro a pennello, eppure la buona melodia
è sempre in agguato, tanto da restare spesso imbrigliata nella
mente. Difficile far quadrare queste situazioni, eppure loro ci riescono.
“Assurdo” è l’ottavo lavoro da studio e sancisce
il matrimonio con la casa discografica Lizard. Catapultandoci in questa
nuova esperienza, entriamo in uno stato d’animo mentale che
estranea dalla realtà, facendoci rasentare il sapore della
follia. Infatti nella musica i stati umorali si susseguono con ciclica
cadenza , passando da grida sonore a fraseggi eterei e psichedelici.
Un sogno o un incubo? Le credenziali sostengono entrambe le tesi,
a partire da “Iperbole”.
L’album è suddiviso in dieci tracce, ma all’ascolto
ne è una sola, in pratica una lunghissima suite. “Butterfly
Song” è introversa, il violino iniziale fornisce uno
stato d’animo riflessivo, ma nel susseguirsi le sensazioni mutano,
così come il brano. Oniricamente si procede fra sogno ed incubo,
facendo un salto perfino nei gorgheggi glottici in stile Stratos –
arabici, in “Trasfiguratofunky”. In generale, il filo
conduttore è l’estrema voglia di lasciarsi andare, sia
strutturalmente che strumentalmente. Il Metal si affaccia anche abbastanza
spesso, ma non invade mai, tanto da non poter far considerare questo
album un disco di Metal Prog. Spesso ci si lancia in fughe improvvisate,
quasi in stile Musica Da Camera, come in “Just Cannot Forget”,
per poi rotolare in una Psichedelìa ossessiva e penetrante.
Il pezzo in assoluto più articolato nella complessità
è “Clamores Horrendos Ad Siderea Tollit”, molto
King Crimson.
“Assurdo” è un grande ritorno, un disco ricco di
sorprese che vorrei foste voi a scoprire. Quello che posso dire è
che il lavoro è profondo, destabilizzante e in alcuni tratti
geniale. Certo, chi non è pronto a questo stile troverà
difficoltà nell’assorbire il tutto, però anche
questi potranno cogliere alcuni passaggi gradevoli. Quando il termine
Progressive Rock ancora oggi ha un senso di esistere… MS
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