La Liguria ha dato tantissime band al Rock Italiano degli anni ’70,
dai New Trolls ai Latte e Miele, Delirium, Ibis, JET, Nuova Idea,
Osage Tribe, Picchio Dal Pozzo e Tritons, tanto per fare alcuni nomi.
I Garybaldi sono la band del carismatico chitarrista Bambi Fossati,
artista dedito alle sonorità di J. Hendrix. In precedenza ha
frequentato i Gleemen, altra band che si adopera nel 1970 a cavallo
fra il Beat e le cover dei Beatles. Di loro si può reperire
l’album “Gleemen”, dove il quartetto si alterna
fra Blues e Rock Psichedelico, con un cantato da parte di Bambi, molto
simile a quello di Hendrix. Nel 1971 c’è stato un momento
in cui la band , a cavallo dei due nomi, ha avuto fra le fila il fratello
Ivano Fossati, poi immediatamente dopo leader dei Delirium. I Garybaldi
comprendono anche Angelo Traverso (basso), Maurizio Cassinelli (batteria)
e Lio Marchi (tastiere).
Quando si parla di “Nuda” non può non venire alla
mente la stupenda copertina disegnata da Guido Crepax, una vera icona
per quegli anni, uno stile inconfondibile, fumettistico, ma di una
sensualità esagerata (l’indimenticabile Valentina). Quella
volta la copertina dell’LP non era solo gatefold, ma si apriva
addirittura in tre parti e mostrava a pieno la bellezza rappresentativa
della donna. Il disco è dannatamente Rock, con ovvi richiami
al maestro chitarrista di Woodstock e delle citazioni a James Brown,
a partire dall’ottima “Maya Desnuda”, dove la grinta
della band mette alla luce una compattezza invidiabile, soprattutto
per le band di quei tempi. Non mancano frangenti sperimentali e psichedelici,
tanto di moda ed alternativi. Imponente la lunga suite del secondo
lato, che occupa tutta la facciata e suddivisa in tre movimenti, dal
titolo “Moretto Da Brescia”, è qui che la band
riesce a dare il meglio di se, rendendo unico ed appetibile questo
lavoro a tutti gli estimatori del genere, anche quelli di oggi.
L’anno successivo i Garybaldi tentano di bissare il successo
di “Nuda” con “Astrolabio”, lavoro ancora
più pretenzioso e Progressivo nel puro senso del termine, tuttavia
io vi consiglio di comperare il primo, in quanto dalle note sgorga
freschezza e voglia di musica, quella con la M maiuscola. MS
Altre recensioni: Storie di un'Altra Città |