Dalle
ceneri dei Memory Lines nel 2003 nasce questa formazione partenopea
che attualmente comprende Claudio Mirone (voce e chitarra), Roberto
Cantoni (basso), Marco Castaldo (batteria) e l’ultimo arrivato
Giovanni Gregorio (tastiere) che sostituisce Carlo Castellano uscito
per i soliti problemi. Il gruppo si è già fatto notare
per aver vinto nel 2004 il Premio MovimentiPROG – Omaggio a
Demetrio Stratos, inoltre hanno suonato di supporto ai Pain Of Salvation,
Isildurs Bane e Arti E Mestieri, oltre ad altri nomi.
Un’ottima formazione tecnica e delle innate doti compositive
ed esecutive rendono il sound del gruppo convincente fin dal primo
ascolto. La band miscela il prog settantiano di King Crimson, Genesis
fino ad arrivare ai Rush con le nuove frontiere del prog metal con
riferimento in primis proprio ai Pain Of Salvation, non a caso Mirone
ha una voce che ricorda molto quella di Daniel Gildenlow, al tutto
va aggiunto un grande amore per le intuizioni di Frank Zappa, che
emergono come una musa ispiratrice in vari punti dell’album,
e per le sperimentazioni jazz proposte dalla corrente RIO (Rock In
Opposition). Questo mix risulta piuttosto insolito e innovativo e
pone la band su un piano di eccellenza che sicuramente non passerà
inosservato.
Difficile fare una sintesi di quanto si ascolta nei vari brani che
compongono Contradiction, perché sono come dei caleidoscopi
di note, i cambi di situazioni e di tempo sono così repentini
e numerosi da lasciare quasi sbalorditi, dando a volte un senso di
smarrimento in chi ascolta, questa non vuole essere una critica negativa,
vuole sono far capire che ci troviamo di fronte ad un gruppo molto
complesso, che va ascoltato più e più volte per poterne
cogliere tutte le intuizioni e per godere appieno della loro proposta.
I riferimenti che ho citato in precedenza emergono tutti in più
punti, la cosa bella è che la complessità delle composizioni
non va a discapito del risultato complessivo, i Geko’s Tear
compongono e scompongono delle melodie e conducono l’ascoltatore
su terreni spesso inesplorati, ci sono passaggi strumentali ricchi
di gusto e di feeling, c’è un’ottima padronanza
degli strumenti, ma soprattutto c’è un pefetto mix fra
passato e modernità e questo in fondo è il vero punto
di forza di questi musicisti.
Contradiction è un debutto eccezionale e non oso immaginare
cosa saranno capaci di proporre questi artisti con un po’ più
di esperienza e di maturità, che già da ora sembrano
essere molto ben presenti. Sempre più possiamo andare fieri
del nostro prog tricolore, perché con artisti così non
abbiamo davvero bisogno di rivolgerci altrove. GB
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