Questa band romana ci presenta il secondo demo, mentre è in
attesa di finire il primo full lenght, quattro brani per tastare il
polso di un gruppo che ha lavorato molto su questo prodotto e lo si
vede dalla cura che ci hanno messo, un buon artwork e una documentazione
a supporto molto ricca.
Ma veniamo al cd, al posto del solito intro il primo pezzo “8”
parte con un testo recitato (credo) dalla cantante, poi entra la parte
musicale con una deflagrazione di matrice crossover, un metal moderno
pieno di energia distruttiva, che cela una visione molto oscura della
realtà, confermata dai testi intimisti. Il secondo brano “The
Equalizer” è più lirico, anche se ci sono delle
soluzioni molto ruvide, che contrastano con le linee melodiche del
cantato. “Aramaic” è il brano più lungo
e strutturato del cd, inizia come una ballata intimista, poi parte
un crescendo che porta velocemente il brano su territori elettrici
e intensi, anche se non brilla di originalità. Uno dei brani
più personali trovo che sia l’ultimo “Papadopulos”,
che ancora propone soluzioni vicine ad un metal moderno e contaminato
su cui sarebbe bene investire per il futuro.
Molte idee ascoltate sono buone, ma ci sono tante ingenuità
e sbavature, il cantato non è sempre registrato bene e ci vorrebbe
un lavoro di produzione più attento, oggi si sentono demo che
suonano meglio di quanto ascoltato in questo caso, temo che la fretta
e la voglia di incidere abbia giocato un ruolo negativo, perché
la band ha delle buone potenzialità, che meritano di essere
messe a frutto. Per la registrazione del primo album vorrei consigliare
il gruppo di non avere fretta e di non voler bruciare le tappe. GB
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