Archiviato il bluesaccio proposto nel precedente album in coppia con
un improbabile zio, torna uno dei chitarristi più suonati d'America.
Deve essere davvero fuori di testa Paul o forse ne ha presi così
tanti che si permette il lusso, non indifferente, di fare un disco
che nessun chitarrista sano di mente penserebbe di fare oggi. Forse
è proprio per questo che il disco è interessante e che
merita almeno un ascolto.
Mentre c'è chi continua a cercare di estrarre con la tecnica
sempre più esasperata nuove emozioni dalla chitarra, Gibert
sforna un album passionale di puro e sano rock. Non che non ci sia
tecnica, anzi questa scorre a piene mani, ma il tessuto musicale è
un rock diretto, una sorta di incrocio fra i Van Halen e i Green Day,
con spruzzate di glam e di southern che emergono qua e la.
L'introduttiva "I Like Rock" di soli due minuti la dice
lunga, il titolo riferito all'organo è puramente sarcastico,
perché questo serve solo per qualche breve intro, poi entrano
dei riffs secchi di chitarra, taglienti come rasoi a correggere il
tiro, ma la cosa più sorprendente è che in questo breve
pezzo Gilbert, come sfida, suona tutte le sue chitarre che sono circa
un centinaio. "My Religion" è un brano dissacrante
che ribadisce il concetto ed è ancora hard americano in grande
stile, che richiama i Kiss. "Bliss" è più
tecnica, con un gran lavoro anche della sezione ritmica ad opera del
bassista Mike Szuter e del batterista Marco Minnemann, mentre Paul
da sfogo al suo chitarrismo selvaggio. "Suicide Lover" è
californiana e ruffiana come più non si può. "Friday
Night" vitaminizza delle melodie tipiche degli anni cinquanta,
per un momento di divertente evasione. "I'm Satan" ha un
refrain sdolcinato ed è una ballad piuttosto insipida con un
testo sessista piuttosto banale e scontato, forse vuole nascondere
un inconfessabile patto faustiano. "GVRO" è tratta
liberamente dal repertorio di Bach per riportare un po' di serietà,
ma dura solo un minuto e con la torrida "My Drum" degli
Osmond Brothers si torna subito al rock diretto. "Amy is Amazing"
è un brano molto pop impreziosito da una parte centrale dove
spicca Minnemann. Verso la fine c'è posto anche per la cover
di "I Feel Love" di Moroder, un brano dance portato al successo
da Donna Summer e che qui viene maltrattato dal nostro con un taglio
quasi space rock piuttosto interessante. "Burning Organ"
è un brano molto divertente costruito su un giro blues con
l'organo che duella con la sei corde di Gilbert perdendo, manco a
dirlo, il confronto.
Un album "diverso" dal solito, divertente senza essere un
capolavoro. GB
Live report: 2019
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