Ecco
che tornano i Gosta Berlings Saga con il sequel dell’ottimo
debut album, uscito nel 2006, e le aspettative non sono deluse. Questo
quartetto svedese è autore di un prog interamente strumentale,
radicato nel passato, ma che trasuda di modernità, la coniugazione
fra old school e le nuove tendenze del prog è ammirevole, anche
se si tratta comunque di musica fatta “alla vecchia maniera”,
dove gli strumenti suonati sono sempre dominanti.
L’album si apre con un giro di chitarra molto ipnotico, l’avvio
di “Kontrast” è spettacolare, sembra di aver finalmente
trovato gli eredi degli Anglagard, non a caso troviamo il contributo
di Mattias Olsson (percussionista della famosa band svedese), un nome
che ogni serio amante del prog dovrebbe conoscere, ma poi quando entra
il mellotron sono davvero scintille. Il secondo brano “Sorteraagatan
3” è spettrale nel suo lento incedere, i toni sono scuri,
ma vanno via via verso la luce e le ritmiche jazzate incantano, poi
le strutture armoniche si complicano e diventano come la ragnatela
di un ragno, affascinanti e terribili al tempo stesso. Il terzo brano
ha un entrata solenne, sembra quasi una pagina di musica classica,
anche se poi il lato rock del gruppo prende il sopravvento. Ma uno
degli episodi più spettacolari è senza dubbio “Fem
Trappor”, che ha una progressione irresistibile, vero capolavoro
del disco, che alterna modernità a prog di grande impatto.
Più sperimentali i suoni di “Nattskift”, dove la
chitarra la fa da padrona con sonorità acide di sicuro effetto.
Stranissima “Bergslagen”, che tra l’altro chiude
con un fischio molto fastidioso, scelta molto coraggiosa, ma che non
mi sento assolutamente di lodare. Eleganza folk nell’acustica
“Innilegur?”, un breve momento di pura poesia prima del
rush finale della monumentale “Vasterbron 05:30”, una
chiusura in grande stile con una suite tutta da godere.
Fin che la scena svedese continuerà a regalarci artisti di
questo calibro gli amanti del prog possono dormire sonni molto sereni.
Ancora una volta siamo a tessere le lodi degli artisti che si sviluppano
in suolo svedese, dove tira davvero un’aria speciale per la
musica e noi siamo ben felici di poterla respirare. GB
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