Il
Thrash è un filone che sembra non dover mai finire, ne sono
passati di anni da quei lontani ’80, quando i metallica, i Megadeth
e gli Exodus emettevano i loro primi ruggiti. Nel tempo il genere
si è saputo modificare con le nuove influenze anni ’90,
per giungere a noi ancora oggi con una inaspettata freschezza. Questo
è merito anche di band che nell’underground hanno sempre
saputo unire passione e sudore.
I marchigiani Gotha sono giovani ed estimatori di band come Slayer
e Testament, tanto per fare due nomi, ma riescono a proporsi con buona
professionalità. La band Fabrianese non è al suo primo
lavoro, si formano nel 1998 e dopo serate di cover Thrash, cominciano
sin da subito a comporre materiale proprio. Nel 2000 registrano un
promo con due brani, mentre il primo mini cd dal titolo “Take
Your Soul” è del 2002. Tre brani che raccolgono consensi
anche da riviste specializzate. La band si esibisce dal vivo in diverse
date ed immagazzina esperienza, eccola allora al servizio del loro
primo vero cd dal titolo “Thrasherized” (2004). Dieci
brani di Thrash tipicamente anni ’80 e le date proseguono per
l’Italia. Nel 2005 li ritroviamo con il nuovo Promo di quattro
brani ed oggi ancora altri quattro, con questo “Italian Thrash
Assault”.
La band a questo punto della sua esistenza è coesa, il vocalist
Marco Monacelli che dal 2005 ha sostituito Daniel Salvatori, è
duttile e ben si adatta alla violenza sonora sostenuta dalle due asce
di Fabio Faretto e Fabrizio Giosuè.
La ritmica è una buona macchina da guerra, Alex Zampetti al
basso e Diego Allegrini alla batteria sono davvero affiatati. I quattro
pezzi si lasciano ascoltare con interesse, la violenza proposta è
ben confezionata, sin dall’iniziale “The Darkest Sleep”,
la qualità sonora è più che sufficiente, gli
strumenti sono ben nitidi e l’interpretazione di Monacelli è
massiccia. Belle sono le atmosfere dei più cupi Metallica all’inizio
e alla fine del brano. Più in the face la successiva “Thrashing
Souls”, interessante nel cambiamento umorale di un mid tempo
che si intramezza fra due up tempo. Ottime le chitarre in “Wake
Up”, una fuga dal terrore sonoro. Conclude “Welcome To
My Destruction”, classico stile Thrash. Nel cd c’è
anche un video che immortala la band in una esibizione terremotante.
Queste piccole realtà sono la linfa vitale per un genere che
molto deve ancora dare, certo è che ci sono angoli da smussare,
ma come già ho avuto modo di sottolineare, la band sta crescendo
di personalità anno dopo anno, ritengo che sia il caso che
qualche addetto ai lavori si accorga di loro, perché meritano
davvero.
Non ci resta che aspettare loro nuove, per ora un bravi non ve lo
leva nessuno. MS |