In questo disco di debutto troviamo tutta la forza e l'energia del
goth metal allo stato puro, con un piede saldo negli eighties, in
particolare per le linee vocali molto suggestive, e l'altro piede
perfettamente integrato nei tempi nostri.
Ritmiche tribali, pulsanti e vitali con il basso che pompa, melodie
epiche e malinconiche con un riffing di chitarra disperato ed emozionante
e una voce molto suggestiva.
Il CD parte con il brano "The World Today" che ricorda i
Damned ed è molto azzeccato, una bella melodia sostenuta da
un tappeto metallico di grande efficacia. "A Dead Season"
è, invece, più scontata e banale, il giro di basso e
batteria è sempre quello, cambiano un po' solo le melodie.
"Gray Singer" è l'ennesima riedizione della formula
goth metal a base di basso, ritmiche tribali, voci evocative e chitarre
taglienti come rasoi, se non si è appassionati si rischi di
annoiarsi. I ritmi sincopati quasi nu metal di "Squeeze",
con il cantato moderatamente growl, staccano il brano dalla media
dei primi tre e risvegliano l'interesse per un disco che sembrava
già compromesso. Bisogna saltare due brani e arrivare a "Shape
in the Shadows" per provare ancora delle buone emozioni, il brano
è piuttosto bello, con un buon tiro, molto metal e allo stesso
tempo anche molto goth, il pezzo migliore del CD. "Cast Aside"
è un altro brano dal grande impatto emotivo, sempre ben bilanciato
fra vecchio e nuovo, con una discreta parte metallica. Il brano che
da il titolo all'album chiude il disco, è una breve ballata
romantica, con una chitarra acustica poetica e una voce triste.
Tutto qesto sono i nordici Grayscale, che approdano al debutto convinti
delle loro possibilità e, pur con la consapevolezza di non
aver scritto un capitolo di musica inedita, hanno gettato le basi
per un solido futuro. GB
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