Ho
Sognato d’Esser Vivo
Il Delirio in una Stanza, all’Interno di un Manicomio che Non
c’è. Volume Primo
Siamo entrati in modo stabile nell’epoca digitale e le nuove
generazioni vengono già definite come “nati digitali”,
per distinguerli da quelli come me, che le nuove tecnologie le devono
imparare, mentre i “nati digitali” le usano ancora prima
di impararle. Può sembrare strano che nell’epoca dell’E-Book
ci siano ancora tante persone che scrivono libri e li stampano su
carta, ma per la mia generazione (non posso parlare ovviamente per
i nati digitali) il libro ha sempre un grande fascino, così
provo un vero piacere quando qualcuno si prende il disturbo di mandarmene
uno, anche se di solito mi occupo più di musica che di letteratura.
Comunque questo testo del brasiliano Josè “Joz”
Monti (che da anni vive nel nostro paese) è associato ad un
cd musicale composto dai Greenhouse Effect, un valido gruppo post
rock padovano, che in passato abbiamo già avuto il piacere
di recensire. Inoltre va segnalato che Josè ha anche curato
tutte le illustrazioni del libro.
Il testo è un romanzo, ma è concepito un po’ come
un’opera teatrale, con dialoghi e trovate sceniche, comunque
la sua complessità non si presta a rappresentazioni teatrali,
anche se nei progetti dell’autore potrebbe esserci l’idea
di una riduzione per poterlo portare in scena in un teatro.
La storia è surreale, farcita di personaggi strampalati e grotteschi,
che hanno avventure ai limiti del nonsense. C’è un antefatto
che riguarda una cicogna sventurata, che sembra una caricatura della
cicogna di Dumbo (il famoso elefantino dell’omonimo film Disney),
questa cicogna deve consegnare il suo pacco, ma dopo una disavventura
tragicomica con una improbabile e malefica vecchietta, fallisce la
sua missione. Dal pacco esce la nostra eroina Amelie, una bambina
delicata, che vive una vita immaginaria, il libro racconta di come
diventa infermiera nel più impossibile dei manicomi. Non voglio
svelarvi troppi dettagli per non togliervi il gusto di leggere questo
libro in prima persona, che a tratti è molto divertente. Lo
stile con cui è illustrato ricorda un po’ i libri per
ragazzi, mentre i contenuti sono destinati ad un pubblico un po’
più adulto (ma non troppo), c’è una leggerezza
di fondo che non guasta, anche se non appare chiaro l’intento
perseguito dall’autore col suo testo, comunque l’impressione
è che voglia sottolineare alcuni vizi contemporanei.
La musica composta dai Greenhouse Effect si riferisce in particolare
alla seconda parte del libro, quando Amelie è a lavorare nel
manicomio. Il post rock proposto in questo disco dalla band è
prevalentemente strumentale, piuttosto psichedelico e minimale. I
suoni sono delicati, morbidi, quasi vellutati, con atmosfere sospese
e alienanti, che ricordano certo pop inglese post moderno. I brani
proposti sono otto, densi di suggestioni elettroniche e talvolta vagamente
darkeggianti, come del resto è piuttosto dark anche il racconto
narrato nel libro. In questo la band sembra riuscire piuttosto bene
nell’intento di mettere in musica gli scritti di Monti, anche
se in definitiva ne colgono solo alcuni aspetti, quelli più
atmosferici appunto. Il mondo creato da Monti è surreale e
così è la musica dei Greenhouse Effect, anche se in
qualche frangente avrei voluto qualcosa di più terreno e, se
volete, folle, qualche ritmica sostenuta, la lentezza di certi passaggi,
come in “Children”, è fin troppo “pomeridiana”
e se il gruppo avesse osato di più non mi sarebbe spiaciuto.
Comunque questo esperimento è molto interessante e può
far solo bene alla cultura. Per questo spero sia seguito in futuro
da altri lavori, magari anche più audaci, la strada è
aperta. GB
Altre recensioni: Al Mio Risveglio
MySpace |