Una
delle suite per eccellenza negli anni d’oro del Progressive
Rock si chiama “Valentyne Suite” ed è dei Colosseum,
band dove alle tastiere milita un certo Dave Greenslade. Il disco
è un successo mondiale, i connotati del Rock si spostarono
verso un Prog tastieristico, colto ma non esasperato. Greenslade nel
1973 tenta invece la carriera solista, formando una band senza la
chitarra, proprio per dare rilevanza alle sue tastiere (anche altri
gruppi fecero lo stesso esperimento), principale punto di riferimento
di tutta l’opera.
Assieme a Dave Lawson (tastiere, voce, già Samurai e Web),
Tony Reeves (basso) ed Andrew McCulloch (batteria, pure nei King Crimson),
realizza un disco di esordio affascinante e curato. La musica proposta
è di alta qualità, fra interventi Jazz, ambientazioni
fiabesche ed un basso che riesce a sostituire la chitarra in maniera
inaspettata e gradevole, ascoltare “Mèlange” per
credere. Non tutti i brani di questo gustoso lp sono di lunga durata,
comunque in essi Dave riesce a dare il meglio di se. Il Moog esprime
traiettorie Rock sognanti, tutto si aggira in un perfetto equilibrio
fra virtuosismo e melodia, senza forzature, la band è coesa
e mette in mostra tutta la passione per il Blues ed il Jazz Rock,
pur senza strafare. In alcuni momenti sembra di ascoltare gli odierni
Spock’s Beard di Neal Morse, come in “An English Western”,
a testimonianza che il bravo tastierista dietro di se ha fatto anche
proseliti. A sua volta, lui sembra avere ascoltato band inglesi di
grande rilevanza , come i Gentle Giant e questo lo si evince da “What
are you Doing to Me“. Spettacolare chiusura del disco con la
lunga “Sundance”, musica scritta con il cuore e la mente,
dove il piano iniziale ci accoglie quasi timidamente per poi prenderci
per mano e trascinarci in quei fantastici luoghi che ben ha saputo
disegnare il mago della matita Roger Dean, il più famoso disegnatore
di Progressive Rock. Questo è un altro strumentale che fra
organi ed altre tastiere, si districa in modo eccellente per poi chiudere
con il pianoforte iniziale.
Greenslade successivamente ci regalerà altre piccole perle,
come “Bedside Manners Are Extra” (Warner Bros-1973) ,
“Spyglass Guest” (Warner Bros-1974) e “Time And
Tide” (Warner Bros-1975) per poi sciogliere definitivamente
la band. Ritroviamo suoi dischi ancora oggi, soprattutto live come
“Greenslade Live” (Mystic-1999) con registrazioni tratte
dal periodo di massimo splendore, ossia quello che va dal 1973 al
1975.
Comunque sia, questo debutto è secondo chi scrive il miglior
tassello della sua lunga ed onorata carriera, ricco di atmosfere delicate,
buoni virtuosismi, tanto Progressive Rock, quello più puro
e classico nel reale significato del termine. Ogni buon estimatore
di quegli anni non deve assolutamente mancare l’ascolto di questa
piccola opera che ,oltretutto ha anche il pregio di non suonare in
maniera datata. Profumo, colori ed ambientazioni perfettamente fotografati.
MS |