Nel
meraviglioso mondo del Progressive Rock si aggirano migliaia e migliaia
di sorprese, più o meno gradite, a dimostrazione di un fiorente
ed irripetibile periodo di immane innovazione sonora. I dinosauri
del genere li conosciamo oramai tutti, più colorito e sterminato
invece il microcosmo dei cosiddetti gruppi “minori”. A
questa categoria appartengono i Gryphon, complesso composto da quattro
studenti del Royal College Of Music agli inizi degli anni ’70.
Richard Harvey con il flauto e le tastiere è la mente di questo
quartetto dedito ad un Prog medievale, con sprazzi di Genesis e Gentle
Giant. Per suonare questo genere di musica servono strumenti adeguati,
ecco allora Richard con il Mellotron, il Moog ed il Clavicembalo,
Brian Gulland con il Controfagotto, Grame Taylor alla chitarra e David
Oberle alla batteria. E’ comunque il flauto a farla da padrona
in quasi tutti i brani.
Questa succosa ristampa contiene il terzo ed il quarto lavoro del
gruppo, ma si trova in commercio anche il cd contenente i primi due
dal titolo “Gryphon” (1973) e “Midnight Mushrump”
(1974), in origine editi dalla Transatlantic. Ma veniamo al cd in
esame, nel primo Lp “Red Queen To Gryphon Three” (1974)
ci si addentra in un lungo percorso strumentale, senza il cantato,
dove ci si imbatte anche in una lunga suite adattata per la teatrale
versione de “La Tempesta” di W. Shakespeare.
La musica è soave, leggera, con cambi di ritmo e molta melodia.
“Raindance” (1975) risulta più frizzante, con idee
più concentrate ed appetibili. “Omolo” è
scandita da un metronomo ed in più in questo Lp c’è
anche l’uso della voce, pur se in maniera limitata. C’è
“Mother Nature’s Son” dei Beatles, ma si resta folgorati
dalla conclusiva “Ein Klein Heidenleben”, ricca veramente
di sorprese e di richiami ai Genesis. In seguito il gruppo terminerà
il proprio cammino nel 1977. Il suono è così pulito
da far sembrare il tutto quasi una produzione odierna.
Non resta a questo punto che sottolineare il lavoro di certe case
discografiche che si azzardano a spendere i propri danari per riportare
alla luce lavori come questi, altrimenti ingiustamente dimenticati
nel tempo. Più ascolto la musica Progressive degli anni ’70
e più sono convinto che gli artisti moderni (purché
validi) hanno ancora molta strada da fare, ma veramente molta…
MS
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